Maurizio Landini |
Palermo 18 novembre 2014 – I metalmeccanici pronti alla mobilitazione generale. Palermo porta in piazza il malcontento delle tute blu e dei tagli all’industria il 27 novembre, per uno sciopero che conclude le quattro manifestazioni nazionali decise dal comitato centrale della Fiom nelle città di Milano (14 novembre), Napoli (21 novembre), Cagliari (27 novembre), e Palermo. Sarà presente per l’occasione a Palermo il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini. Oggi all’attivo della Fiom di Palermo è stato illustrato il programma: un corteo partirà alle 9 da piazza Croci e in piazza Massimo si terrà il comizio, con la partecipazione di Landini, del segretario della Cgil Sicilia Michele Pagliaro, del segretario di Cgil Palermo Enzo Campo, dei segretari di Fiom Cgil Sicilia e Fiom Cgil Palermo Roberto Mastrosimone e Francesco Piastra. Nei prossimi giorni, in preparazione dello sciopero, si terrà a Palermo un’assemblea cittadina per divulgare i mortivi della protesta alla città.
Uno sciopero che coinvolgerà tutte le categorie della Cgil di Palermo. “Sarà lo sciopero della Cgil, di tutto il sindacato, del mondo del lavoro che si ricompone e si ricompatta. Accanto ai metalmeccanici sfileranno lavoratori di tutte le aziende di Palermo e delle nove province siciliane. Nessuno deve sentirsi solo – dichiarano il segretario della Cgil Enzo Campo e il segretario Fiom Francesco Piastra – Da domani partiranno le assemblee in tutti i posti di lavoro, i presidi nelle piazze, i volantinaggi davanti a fabbriche, banche, ospedali. Tutto il mondo del lavoro condividerà la protesta dei metalmeccanici, uno dei settori più bersagliati dalla crisi. Solo nelle aree industriali del palermitano ci sono decine di aziende in crisi, dai casi più eclatanti della Keller e di AnsaldoBreda, alle aziende dell’indotto Fiat e Fincantieri, ai circa 600 disoccupati e in mobilità che compongono il comitato dei senza lavoro organizzato dalla Fiom”.
All’attivo
la Fiom ha presentato i dati della crisi contenuti nell’ultimo rapporto Svimez,
una fotografia shock del crollo delle agevolazioni concesse all’industria del
Mezzogiorno. “Un crollo dell’80,5 per cento: si è passati dai 6,4 miliardi di
euro annui concessi nel triennio 20011-2003 agli 1,2 miliardi de 2010-2012.
Mentre al Centro Nordr la flessione è stata solo del 24,3 per cento – aggiunge Francesco Piastra – Per favorire
gli investimenti occorrerebbe poter contare su forme di fiscalità di vantaggio
per compensare gli
svantaggi che penalizzano il Sud rispetto ai paesi dell’Est Europa”.
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