di ANTONIO FRASCHILLA
La scure cadrà soprattutto su Chirurgia, Cardiologia, e Ortopedia. Duecento posti-letto per pazienti acuti diverranno di lungodegenza. Nascono gli ospedali riuniti di Canicattì-Licata, Sciacca-Ribera, Caltanissetta-San Cataldo-Mussomeli, Gela-Niscemi-Mazzarino, Acireale-Giarre, Biancavilla-Bronte-Paternò, Caltagirone-Militello, Enna-Piazza Armerina, Nicosia- Leonforte, Partinico-Corleone, Termini-Petralia, Ingrassia- Villa delle Ginestre, Vittoria-Comiso e Modica-Scicli.
È in arrivo una bufera nella costosa Sanità di Sicilia. Un vento fortissimo che spazzerà via quasi 500 poltrone di primari e assistenti medici in tutti gli ospedali, pubblici e privati convenzionati. I numeri di questa rivoluzione viaggiano in una fitta rete di tabelle appena consegnate dal governo Crocetta alla commissione Sanità dell'Assemblea regionale. Tabelle allegate a un decreto dal titolo "Piano di riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera siciliana". Una rimodulazione di tutti i reparti e i posti letto in base ai parametri ministeriali ai quali la Regione dovrà adecia guarsi entro il 31 dicembre 2016.
Secondo i dati dell'assessorato alla Salute, in base ai parametri
ministeriali entro il 2016 in Sicilia non ci potranno essere più di 918 unità
operative complesse, cioè primariati. Attualmente sono 1.162: ne dovranno
saltare quindi 244. E considerando che ogni unità ha un primario e un
assistente, si parla di quasi 500 poltrone che dovranno essere eliminate.
Ed ecco l'elenco delle discipline che vedranno ridurre il maggior numero di reparti negli ospedali siciliani. Dovranno saltare 33 reparti di Cardiologia, 51 di Chirurgia generale, 8 di Chirurgia vascolare, 5 di Ematologia, 24 di Medicina generale, 15 di Nefrologia, 15 di Oculistica, 30 di Ortopedia e Traumatologia, 27 di Ostetri- e Ginecologia, 13 di Pediatria, 8 di Psichiatria, 15 di Urologia, 21 di Terapia intensiva, 8 di Pneumologia, 20 di Oncologia, 7 di Terapia intensiva.
Una seconda parte della rimodulazione riguarda invece i posti letto. Scongiurato il taglio di quasi 400 posti letto per acuti che era previsto in una prima bozza varata la scorsa estate. La gran parte dei posti letto sarà riconvertita da acuti a lungodegenti. Nel dettaglio, all'Asp di Agrigento è prevista la riconversione, cioè il taglio, di 42 posti letto per acuti, all'Asp di Caltanissetta ne cadranno 24, all'Asp di Catania salteranno 57 posti letto per acuti e saranno riconvertiti in lungodegenza. E, ancora, all'Asp di Enna via 26 posti letto per acuti, all'Asp di Messina 69, all'Asp di Palermo non ci sarà alcun taglio, all'Asp di Ragusa 14 i posti per acuti da riconvertire, all'Asp di Trapani 26.
Sul fronte delle aziende ospedaliere, 15 posti per acuti salteranno al Cannizzaro e 27 al Garibaldi di Catania, 80 al Papardo di Messina, 9 al Civico di Palermo (che però alla fine della rimodulazione potrà attivare 29 posti letto in più per lungodegenza e riabilitazione). Sempre riguardo ai posti per acuti, 20 in meno dovrà averne il San Raffaele di Cefalù e 19 il Buccheri La Ferla di Palermo.
A fronte di questi tagli, negli ospedali palermitani potranno incrementare
i posti per acuti Villa Sofia e Cervello (71),
il Policlinico (33) e il Rizzoli di Bagheria (18). Nascono infine gli ospedali
riuniti di Canicattì-Licata, Sciacca-Ribera, Caltanissetta-San
Cataldo-Mussomeli, Gela-Niscemi-Mazzarino, Acireale-Giarre, Biancavilla-Bronte-Paternò,
Caltagirone-Militello, Enna-Piazza Armerina, Nicosia- Leonforte,
Partinico-Corleone, Termini-Petralia, Ingrassia- Villa delle Ginestre,
Vittoria-Comiso e Modica-Scicli.
La Repubblica-Palermo, 31 ottobre 2014
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