Vincenzo Caltagirone |
I due, lo ricordiamo, erano stati notati dai vicini di casa dell’uxoricida,
nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, mentre lo aiutavano a
disfarsi di ferraglia varia, tra cui un fusto metallico del tutto simile a
quello nel cui verranno trovati parte dei resti umani. Subito dopo la macabra
scoperta gli investigatori avevano trovato nella loro abitazione altre 7
taniche per carburanti simili a quella rinvenuta affianco ai resti ed immagini
sacre, anch’esse simili ad una ritrovata affianco ai resti ed incompatibile con
la fede evangelica del marito e della vittima. Peraltro l’esito degli
accertamenti tecnici sui liquidi contenuti nella tanica rinvenuta e su quelle
sequestrate in casa dei Caltagirone
hanno dimostrato la perfetta compatibilità per tipo di carburante.
Antonino Caltagirone |
Hanno inoltre deposto a loro sfavore le intercettazioni ambientali operate
sulla vettura loro in uso e quelle telefoniche: nel corso delle conversazioni
captate i due avevano infatti cercato di concordare versioni “di comodo”
da esporre di fronte a P.M. e giudici, contestualmente manifestando il timore
di venire coinvolti nella vicenda penale e quello, veramente concreto, di
venire arrestati.
Il Tribunale del Riesame ha integralmente accolto la tesi accusatoria,
respingendo le istanze della difesa e confermandone le misure cautelari della
custodia in carcere per Antonino e dei domiciliari per Vincenzo, anche sulla
scorta della gravità degli elementi sopra citati e della personalità dei
soggetti emersa dai loro precedenti, nonché dalla spregiudicatezza che
traspariva dai loro intendimenti onde evitare l’addebito delle responsabilità
attribuitegli. Entrambi, peraltro, sono stati condannati al pagamento delle
spese.
Ancora un tassello che va ad inserirsi nel mosaico complesso ed articolato
di una brutta storia di violenza, ormai però ampiamente avviatasi verso
l’epilogo processuale che ne attribuirà definitivamente ruoli e responsabilità.
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