Barack Obama |
Barack Obama
il 12 novembre si recherà a Pechino
per incontrare il presidente Xi Jimping
dopo che a marzo di quest’anno aveva
mandato in avanscoperta la moglie Michelle
e le figlie. L’agenda dell’incontro dei due principali protagonisti
della politica e dell’economia mondiale prevede: la non proliferazione dell’atomica militare in Corea del Nord e in Iran, il blocco
dell’ISIS, il ristabilimento pacifico di un ordine condiviso in Afghanistan e
in Iraq, dopo i disastri provocati dagli interventi militari USA, come
disinnescare la bomba ucraina, come intervenire sull’ebola e, dulcis in fundo,
come mobilitare i due paesi per impedire il disastro climatico, annunciato
dall’organo delle Nazioni Unite l’IPCC per il 2030, e soprattutto dal
susseguirsi di eventi climatici disastrosi in tutto il mondo. Tutti temi su cui
Obama ha trovato resistenze insuperabili non solo nel partito repubblicano e
nella destra democratica alla Camera e al Senato ma soprattutto da parte dei
poterei forti e condizionanti della CIA e del complesso militare industriale,
dei monopoli energetici e delle banche.
Nel 2014 si è
celebrato il settantacinquesimo anniversario
della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao Tse tung. La Cina allora
aveva 350 milioni di abitanti, una vita media di poco più di 30 anni, un analfabetismo dell’85% e un’assoluta prevalenza di un’agricoltura
arretrata e semifeudale. Oggi la Cina ha oltre un miliardo e trecento milioni
di abitanti, la vita media supera di 75 anni, un sistema scolastico di avanguardia, è la
seconda potenza industriale ed economica del mondo con il Pil in via di
superamento rispetto agli USA e soprattutto riesce ad inviare ogni anno, con
borse di studio, 200 mila suoi giovani cittadini
nelle principali università in tutto il
mondo. Nel corso della visita,
certamente, Obama renderà omaggio al mausoleo di Mao, il cui culto Deng
Xiaoping ha voluto mantenere “malgrado la diversità di opinioni”
all’epoca della rivoluzione culturale
delle guardie rosse. E’ auspicabile che le convergenze che Obama realizzerà con Xi non siano
rovesciate, come avvenne per gli accordi di Kyoto firmati da Clinton che non riuscì a farli approvare dal Congresso
e che poi furono annullati da George Bush jr. Allora questi accordi furono stipulati
per iniziativa della UE, che però oggi,
nell’epoca di Barroso e di Renzi, converge più con la linea dei conservatori e dei poteri forti Usa che non
con le timide e perdenti intenzioni di Obama.
Nicola Cipolla
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