Jean-Claude-Juncker |
L’Espresso
del 20 novembre 2014, continuando la pubblicazione di notizie sullo scandalo
Juncker, arriva finalmente anche in Sicilia. Il fondo australiano Babcock &
Brown, uno dei principali protagonisti dello scandalo, operava attraverso una
omonima srl italiana. Sull’azione di questa c’è in corso un processo al
tribunale di Milano e tra gli imputati spicca l’imprenditore trapanese Vito
Nicastri, l’ex re dell’eolico, che nel 2012 si era visto sequestrate
dall’antimafia beni per un miliardo e mezzo
di euro (successivamente più di un altro miliardo è stato sequestrato ai
congiunti del Nicastri), come prestanome del boss Matteo Messina Denaro,
l’ultimo stragista latitante di cosa
nostra. E fin qui siamo d’accordo con L’Espresso che però continua:
“naturalmente non c’è alcuna prova che i grandi investitori esteri” (che hanno acquistato dal Nicastri le concessioni delle energie rinnovabili) “sapessero o
sospettassero di avere a che fare con partner italiani poco raccomandabili”. E no!!
Possibile che
una multinazionale come B&B che ha interessi per centinaia di miliardi di
dollari in tutto il mondo non sapesse quello che tutti i cittadini di
Alcamo e della provincia di Trapani
sapevano cioè dei rapporti tra Nicastri e Messina Denaro?
Nel
migliore dei casi si tratterebbe, in base all’articolo 712 del codice penale, di “incauto acquisto”. Ma
l’ex capomastro Nicastri non aveva le capacità tecniche di individuare i siti
più opportuni per l’installazione delle pale eoliche o dei pannelli solari per cui è da pensare che prima della
presentazione della domanda da parte del Nicastri agli assessorati regionali competenti (e complici, siamo
all’epoca delle presidenze Cuffaro e
Lombardo) egli avesse avuto un rapporto
con B&B.
In
questo caso si tratterebbe non più di “incauto acquisto” ma addirittura di “concorso” a norma della legge Rognoni-La
Torre.
Sarebbe
opportuno sentire in proposito le magistrature competenti e le Commissioni
Antimafia regionale, nazionale ed europea.
In
ogni caso l’accostamento, però, del Lussemburgo di Juncker con le concessioni
miliardarie di Messina Denaro mostra la necessità di sostituire questa Europa
con “Un’Altra Europa”.
Nicola Cipolla
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