Lo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per
il 12 dicembre 2014 è la risposta alle politiche
fallimentari del Governo che stanno scaricando i costi della crisi sui
lavoratori, i pensionati, le nuove generazioni e la parte più debole del Paese.
Il Jobs Act e la legge di stabilità 2015 sono i segnali più evidenti della
subalternità del Governo alla Confindustria e ai poteri forti. Si vuole
cancellare la funzione del sindacato, nei settori pubblici e nei settori
privati, per indebolire i diritti dei lavoratori e ridurre ulteriormente i
salari. Le manifestazioni del 25 ottobre e dell’8 novembre scorsi
hanno evidenziato come il lavoro e il suo valore debbono tornare ad
essere centrali per dare risposte alla domanda di cambiamento che
emerge dal Paese. Senza il radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali del
Governo non si potranno rinnovare i contratti pubblici e non ci sarà una vera
riforma delle pubbliche amministrazioni. Il decreto e il disegno di legge
delega sulla pubblica amministrazione mortificano il lavoro pubblico e
intendono rilegificare i rapporti di lavoro.
La cancellazione di fato del contratto nazionale, la forte limitazione
della contrattazione nei luoghi di lavoro, insieme al blocco degli scatti di
anzianità nella scuola, nell’università, nella ricerca e nell’AFAM, sono gli
strumenti con i quali si intende programmare nei settori pubblici il taglio dei
salari nei prossimi anni.
Il rinnovo delle RSU previsto a marzo 2015 assume quindi la veste di un
appuntamento di grande rilievo. Le RSU hanno un ruolo fondamentale per la
difesa del CCNL e della contrattazione e sono un avamposto di democrazia nei
posti di lavoro.
La FLC CGIL ribadisce il giudizio fortemente critico sul piano de “La buona
scuola” perchè intende piagare l’istruzione agli interessi del mercato e
dell’imprese, cancella gli scatti di anzianità, sostituisce la cooperazione e
l’idea di comunità delle scuole con la competizione individuale e risponde solo
parzialmente alla necessità di stabilizzare il precariato. La prima condizione
per una proposta di innovazione nella scuola pubblica è tornare a
investire mentre con la legge di stabilità 2015 si continuano a
tagliare risorse.
Per migliorare la qualità del sistema dell’istruzione e della ricerca
occorre prima di tuttostabilizzare tutti i precari che da anni
lavorano nei settori della conoscenza. Le nostre proposte, ribadite nell’ordine
del giorno approvato dal Comitato direttivo nazionale del 20 e 21 Novembre,
indicano le priorità per superare il precariato e la sentenza della Corte di
Giustizia Europea può favorire il raggiungimento dell’obiettivo.
E’ inoltre indispensabile cancellare la legge Fornero sulle
pensioni e dare una soluzione ai lavoratori coinvolti dalla quota 96.
Ma la riuscita dello sciopero generale è fondamentale anche sul versante della
qualità democratica che non può prescindere dal riconoscimento della funzione
di rappresentanza dei corpi intermedi e dal valore del lavoro.
Per tutte queste ragioni occorre scioperare il 12 dicembre. Per unire il mondo del
lavoro, lavoratori pubblici e privati, disoccupati e occupati, precari e
lavoratori stabili, nord e sud, giovani e anziani. Questi sono gli obiettivi
della CGIL e per questo non si può rispondere all’attacco alla dignità del
lavoro pubblico e ai settori della conoscenza con uno sciopero del solo
pubblico impiego! E’ una risposta sbagliata che anziché unire divide il mondo
del lavoro e perciò risulta inefficace.
Ogni giorno decine di fabbriche chiudono, aumenta la
disoccupazione e la povertà, a una intera generazione viene negato
il diritto allo studio, al lavoro, al reddito e si
allarga il divario tra nord e sud. In questa condizione di forte disagio
sociale il Governo cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che i
lavoratori pubblici siano dei privilegiati per giustificare il mancato rinnovo
del contratto. Unire in uno sciopero generale tutti i lavoratori non è un
esercizio di protesta ma un modo concreto di rivendicare politiche di giustizia
sociale senza mediazioni al ribasso.
Il 12 dicembre fermiamo le scuole pubbliche e private, le università, la
ricerca, i conservatori, le accademie e la formazione professionale.
Nessun commento:
Posta un commento