DOMANI, PER LO SCIOPERO FIOM, I LAVORATORI DI FINCANTIERI I PRIMI IN
PIAZZA: ALLE 8 IN CORTEO DAI CANCELLI DEL CANTIERE NAVALE. ENZO CAMPO: “TORNANO
A ESSERE PUNTO DI RIFERIMENTO DEL MONDO OPERAIO A PALERMO”. UN DOCUMENTO SULLE
PRINCIPALI VERTENZE DEL SETTORE METALMECCANICO: “IN FUMO IN POCHI ANNI 2.500
POSTI DI LAVORO”
Palermo 26 novembre 2014 – Domani per lo sciopero generale dei
metalmeccanici siciliani della Fiom Cgil, che si svolge nella piazza di
Palermo, i primi a scendere in piazza saranno i lavoratori del
Cantiere Navale che alle 8 si muoveranno in corteo dai cancelli dello
stabilimento Fincantieri per raggiungere il luogo di aggregazione di piazza
Croci, dove alle 9 è previsto il concentramento. Ad aprire il corteo del
Cantiere Navale sarà il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo. La
decisione è stata presa stamattina nel corso di un’assemblea che si
è svolta dentro i Cantieri Navali con la partecipazione massiccia dei lavoratori. “Domani
si parte dal Cantiere Navale, che torna ad essere punto di
riferimento e forza propulsiva del mondo del lavoro operaio a Palermo –
dichiara Enzo Campo – Saranno loro a guidare la manifestazione scendendo in piazza
direttamente dalla sede di via dei Cantieri, secondo quella che era una
consuetudine che ormai risale a molti anni fa”.
“E’ stata espressa grande preoccupazione da parte di tutti i dipendenti
presenti e che domani scenderanno in piazza in massa per contrastare le
politiche del lavoro del governo Renzi”, dichiara Francesco Foti, Rsu Fiom-Cgil
dei Cantieri Navali. Dalle 14 alle 15 si terrà una seconda assemblea per
l’altro turno di lavoro. La Fiom di Palermo, che ha più
del 50 per cento dei lavoratori dipendenti Fincantieri iscritti e il 90 per
cento dell’indotto, ha realizzato un documento sulle vertenze principali in
corso a Palermo. “Nell’arco di cinque-sei anni, in tutto il comparto
metalmeccanico, si sono persi tra Palermo e provincia 2.500 posti di lavoro”,
dice il segretario Fiom Francesco Piastra, che lancia l’allarme per la
desertificazione in corso con un progressivo ridimensionamento produttivo e
occupazionale “dovuta alle scelte di politica aziendale operate da
aziende a carattere nazionale che esercitano l’attività localmente in settori
che vanno dall’automobilistico al navalmeccanico, dalle telecomunicazioni
all’informatica al settore aerospaziale”.
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