Don Luigi Ciotti |
“Le mafie
hanno ripreso forza e a dirlo non sono tanto le minacce di dei boss, quanto la
loro diffusione, la loro presenza. Presenza materiale, che incide nei processi
economici e politici. E presenza culturale, che addormenta e deturpa le
coscienze”. Lo dice don Ciotti, presidente nazionale di Libera.
“La
corruzione non è nient’altro che mafiosità diffusa, mafia insinuata nei codici di
comportamento, mafia divenuta costume. Ecco allora la necessità di riflettere,
di approfondire, di rilanciare. Ma anche di riconoscere – la coscienza dei
limiti è segno di coraggio – i nostri errori. La parola antimafia ha
perso credito: in troppi casi è stata esibita come una carta
d’identità, mentre dovrebbe essere un fatto di coscienza, un atto di
responsabilità. La stessa parola ‘noi’ è diventata una formula abusata se non
una maschera: si dice noi e s’intende io.
Le parole vanno ‘dissodate’ e le
prospettive allargate. Non si può più parlare di mafie – conclude don Ciotti –
come di un fatto solo criminale, senza evidenziare la loro compatibilità con un
sistema responsabile di disuguaglianze sempre più inaccettabili. Ma soprattutto
non è più possibile, di mafie, soltanto parlare, senza che le parole abbiano un
coerente seguito nelle nostre vite, nelle nostre scelte, nelle nostre
politiche”.
Libera dal
23 al 26 ottobre terrà a Roma “Contromafie, gli Stati Generali dell’Antimafia”.Quattro giorni di impegno, di
confronto e studio per fare il punto sulla lotta alle mafie e alla corruzione
nei loro risvolti sociali, politici, economici e culturali: oltre 3000 i
partecipanti previsti, sei le aree tematiche per 30 gruppi di lavoro con il
contributo di oltre 200 relatori tra educatori, operatori sociali, magistrati,
docenti universitari, forze di polizia, giornalisti, donne e uomini di cultura,
imprenditori, rappresentanti di associazioni e sindacati.
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