di Agostino Spataro
“La
fiction cinematografica ci ha abituati a vedere gli eserciti Usa uscire
vincitori da ogni conflitto. L’idea che molti si sono fatti è quella di una
sorta d’invincibilità quasi dovuta alla prima grande potenza militare del
Pianeta.
Tuttavia,
a ben guardare la realtà storica, non è difficile accorgersi che gli Usa hanno
perduto o vinto a metà tutte le guerre intraprese dopo il secondo conflitto
mondiale.
Negli
ultimi 70 anni, infatti, si è andati dalla mezza sconfitta di Corea (1953) a
quella totale e umiliante del Vietnam (1975), seguita dalle mezze vittorie (o
mezze sconfitte?) dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Somalia, della Libia, ecc. Insomma,
a parte qualche colpo di stato in giro per il terzo mondo, con particolare
propensione verso l’America latina, e la “gloriosa” occupazione dell’isoletta
di Granada, il pedigrèe della costosa macchina da guerra Usa non è poi molto
esaltante. D’altra
parte, l’alta percentuale di suicidi tra i veterani è una clamorosa conferma
della sconfitta, morale e politica, della crudele iniquità di queste guerre. Rispetto
e ammiro il popolo statunitense che ha dato all’umanità un grande contributo
nei campi della ricerca scientifica e tecnologica. Perciò,
gli auguro che i tanti “insuccessi” militari inducano i suoi governanti a
lavorare per la pace e non più per la guerra. L’egemonia
globale è pura follia.”
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