L’istituto così non può andare avanti: ogni anno il trasferimento di risorse diminuisce e crescono i debiti con i fornitori, che ammontano a 800 mila euro. Da qualche anno, inoltre, i contributi ai lavoratori non vengono versati. Quest’anno l’incendio ha bruciato il foraggio accumulato nell’inverno. E anche questo rischia di aggravare la condizione di deperimento degli animali”. Tra asini, mucche, capre, cani, cavalli, pecore, galline e maiali una delle mission dell’Istituto è la protezione delle razze autoctone e l’assistenza agli allevatori anche per la riproduzione degli animali.
Flai, Fai e Uila hanno chiesto venerdì un incontro con l’ assessore all’ Agricoltura e il Dipartimento Infrastrutture. “Se non ci ricevono, mercoledì manifesteremo davanti all’assessorato. La situazione è grave. Vorremmo capire come mai si sono accumulati questi debiti in passato, quando ancora le risorse trasferite all’ente erano più abbondanti – aggiunge Tonino Russo - E come mai un istituto così importante, che dà sostegno alla zootecnia, non sia stato rilanciato pur essendo l’ente un importante proprietario di terreni e immobili storici. . A fondo Luparello in mezzo parco ci sono alcune costruzioni di pregio in parte non utilizzate e in stato di abbandono”. Ecco oggi, in via Roccazzo, il grido d’allarme degli operatori: “La mancanza di finanziamenti sta portando il centro a una paralisi quasi irreversibile. Se non siamo in grado di garantire il cibo agli animali, possiamo solo accudirli. Vogliamo capire cosa la politica e l’assessorato intendano fare. Siamo al limite delle scorte. Stiamo cercando di sopperire in autogestione, col fieno che arriva dall’azienda di Giardinello – denunciano i lavoratori - In più non prendiamo lo stipendio da luglio. E’ un problema: tantissime famiglie di operai e impiegati sono monoreddito”.
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