L'ospedale Ingrassia |
GIUSEPPE LUMIA
Ho presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Salute
sull’ospedale “G.F. Ingrassia” di Palermo alla luce di alcuni fatti gravi accaduti
nel nosocomio, che denotano una situazione preoccupante dal punto di vista
della legalità e del buon funzionamento della struttura. In particolare, solo
per citarne alcuni, si tratta: della presenza di un sistema di
videosorveglianza mai attivato e messo in funzione
nell’arco di poche ore solo dopo la richiesta della direzione generale dell'Asp
di Palermo; della manomissione del quadro elettrico a cui era
collegata in maniera abusiva una macchina distributrice di bevande che ha
provocato un black out di 24 ore nel laboratorio dell’ospedale; della
presenza abusiva di numerose macchine distributrici di bevande e snack
(pare
appartenenti a 3 ditte di Palermo), nei vari piani dell'ospedale, fatte
rimuovere prontamente dalla direzione generale dell’Asp quando ne è venuta a
conoscenza. Va sottolineato, inoltre, che nessuno ha saputo spiegare alla
direzione generale come fosse stato possibile collocare macchine di enorme
volume e rifornirle continuamente attraverso la presenza giornaliera di mezzi
di trasporto voluminosi; del furto di 2 televisori di 32 pollici, di cui
uno montato a 2 metri e mezzo di altezza sulla parete di una stanza di degenza
dell'unità di Chirurgia generale e l'altro dalla stanza degli infermieri del medesimo
reparto. Due luoghi sempre molto trafficati.L'attività di controllo e risanamento portata avanti dalla direzione generale dell'Asp rientra nell'ambito dell'azione amministrativa del governatore Crocetta e dell'assessore regionale della salute Lucia Borsellino volta a una verifica capillare degli sprechi, al contrasto dei fenomeni di corruzione e di collusione mafiosa. Ad oggi sono state revocate 3 aggiudicazioni di maxi appalti, che da un valore di 100 milioni di euro sono stati reindetti a poco meno di 50 milioni, peraltro con un miglioramento degli stessi servizi; diverse sono state le denunzie in ordine a misteriose sottrazioni di nuove attrezzature acquistate dall'Azienda sanitaria provinciale di Palermo per il centro di riabilitazione "Villa delle Ginestre" di Palermo, per un valore di circa 250.000 euro; è stata denunciata, inoltre, una turbativa d'asta per una gara di 40 milioni di euro per la fornitura di pannoloni; sono state denunciate truffe per doppie fatturazioni su forniture di presidi o ausili; così, anche, vi sono state altre denunce per truffa in ordine a doppie fatturazioni sui presidi ausiliari. Ai Ministri in questione ho, quindi, chiesto quale attività sistemica intendano avviare per fare della lotta agli sprechi, alla corruzione ed alla "mafia bianca" una priorità di legalità, al fine di assicurare il diritto alla salute dei cittadini.
ECCO L’INTERROGAZIONE:
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02847
Atto n. 4-02847
Pubblicato il 15 ottobre 2014, nella seduta n. 332 LUMIA - Ai Ministri dell'interno
e della salute. -
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
il presidio ospedaliero "G.F. Ingrassia" di Palermo e facente
parte dell'azienda sanitaria provinciale di Palermo è stato oggetto di una
serie di preoccupanti fatti (regolarmente denunziati alle forze dell'ordine)
sui quali anche la direzione generale dell'azienda sanitaria provinciale ha
aperto una verifica al fine di comprenderne la natura delittuosa;
l'ospedale di Palermo, sito nella parte alta della città in corso
Calatafimi "Mezzo Monreale", è una struttura vetusta (esiste,
infatti, da 114 anni) ma ha, allo stesso tempo, una presenza di elevata qualità
professionale in diversi settori che ivi operano. Di recente si sono verificati
fatti (furti e danneggiamenti) di forte gravità ed ancor più preoccupanti in
quanto avvenuti in una sorta di escalation e che meritano, quindi,
una particolare descrizione al fine di poter compiere un'attenta valutazione;
è avvenuta la sottrazione di 2 televisori di 32 pollici, di cui uno
montato, a 2 metri e mezzo di altezza, sulla parete di una stanza di degenza
dell'unità di Chirurgia generale e l'altro dalla stanza degli infermieri del
medesimo reparto;
il furto denunziato alla stazione dei Carabinieri "Mezzo
Monreale", competente per territorio, è ancora senza responsabili e non
risulta che abbia trovato delle denunce da parte di testimoni, benché sia
avvenuto in un trafficato reparto ospedaliero e addirittura in una stanza di
degenza mentre erano ricoverati pazienti. Pare abbia che nessuno visto nulla,
nonostante per lo smontaggio fossero necessari una scala e degli attrezzi;
il 15 settembre 2014 il neo-direttore sanitario dell'ospedale ha denunziato
addirittura la manomissione di un quadro elettrico posto nel corridoio contiguo
al laboratorio di analisi, dopoché allo stesso quadro risultava collegata in
maniera abusiva una macchina distributrice di bevande che aveva provocato il
distacco della corrente elettrica, e quindi l'inattività, del laboratorio del
presidio ospedaliero per 24 ore. In tale occasione, la direzione dell'azienda
sanitaria veniva a conoscenza dell'abusiva presenza di numerose macchine
distributrici di bevande e snack (pare appartenenti a 3 ditte di
Palermo), nei vari piani dell'ospedale. A seguito di tale notizia, mai in
precedenza pervenuta, la direzione generale disponeva per la rimozione delle
stesse, senza che nessuno potesse spiegare come fosse stato possibile collocare
macchine di enorme volume e rifornirle continuamente attraverso la presenza
giornaliera di mezzi di traspor to voluminosi. Il giorno successivo, ossia il
16 settembre, un cappellano agostiniano denunziava il furto di tutte le
stazioni della Via Crucis posizionate all'interno della cappella dell'ospedale
Ingrassia, benché le stesse non avessero alcun valore commerciale e benché
fosse presente sull'altare un tabernacolo mobile e di valore all'interno del
quale erano conservate le ostie consacrate. Il furto, in assenza di effrazione,
sarebbe avvenuto durante le ore diurne, poiché la sera la cappella viene chiusa
a chiave;
l'escalation è giunta al culmine quando si è appreso che il 19
settembre uno degli ascensori dell'ospedale Ingrassia, precisamente un
montalettighe, in uso al solo personale (vista la necessità di possedere
un'apposita chiave) subiva un grave incidente (discesa libera dell'ascensore)
nel corso del quale rimanevano ferite 5 persone (4 refertati) con prognosi di
10 giorni. Attivate, immediatamente, le verifiche tecniche da parte
dell'apposito servizio aziendale (che si occupa, peraltro, istituzionalmente,
dei controlli sugli ascensori della provincia), i cui tecnici sono ufficiali di
Polizia giudiziaria, si perveniva alla grave conclusione, contenuta in un
verbale del 22 settembre 2014, che "l'impianto nel suo complesso non ha
mostrato deficienze tecniche, non resta altro che presumere che il fatto sia
potuto dipendere da un'azione esterna". Anche la suddetta circostanza è
stata oggetto di apposita denunzia presso la comp etente autorità di Polizia nella
stessa data;
è opportuno, inoltre, evidenziare che la struttura ospedaliera è già da
alcuni anni dotata all'esterno di un impianto di videosorveglianza che non è
stato, però, mai attivato. In considerazione di tali inquietanti episodi ed al
fine di garantire ulteriormente la tutela delle persone e delle strutture, la
direzione generale ha, in questi giorni, disposto l'immediata attivazione
dell'impianto che è stato attivato, senza alcuna spesa aggiuntiva, nell'arco di
poche ore. In merito, appare incomprensibile come un impianto di
videosorveglianza, il quale copre l'intero perimetro esterno dell'ospedale,
possa essere rimasto inspiegabilmente spento per tutto questo tempo ed essere
attivato, solo dopo la richiesta della direzione generale, come già detto,
nell'arco di poche ore;
appare necessario evidenziare come, recentemente, l'azienda ospedaliera
abbia ricevuto l'approvazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali e
ambientali di Palermo (l'ospedale Ingrassia è, infatti, una struttura vincolata)
oltreché del Genio civile del progetto di una completa ristrutturazione, per un
investimento di ben 17.000.000 euro che permetterà una piena funzionalità del
vetusto ospedale. Da anni, proprio per le condizioni strutturali in cui lo
stesso versa, ai continui guasti, rotture di tubi, necessità di continui
interventi murari, corrispondono reiterati interventi di riparazione da parte
di diverse ditte. Queste ultime, con un ospedale completamente rimodernato, non
avrebbero più una ripetuta e sicura fonte di guadagno e, quindi, si riuscirebbe
a raggiungere l'obiettivo di garantire il livello dovuto di modernità ed
efficienza;
a quanto risulta all'interrogante l'ospedale è collocato nel contesto
mafioso del mandamento "Pagliarelli" (come segnalato nella relazione
della Direzione nazionale antimafia del 2013) composto dall'omonima famiglia,
da quella di corso Calatafimi, di Borgo Mulara e di quella di Rocca-Mezzo
Monreale dove insiste la struttura ospedaliera. Il mandamento è stato
storicamente guidato da Antonino Rotolo, un boss di primo piano ai
vertici dell'organizzazione mafiosa. Oggi è guidato da un pericoloso latitante,
il boss Giovanni Motisi, responsabile tra l'altro dell'omicidio
del commissario di Polizia Antonio Cassarà. Per quanto riguarda il territorio
dove sorge l'ospedale, viene più volte segnalato nei documenti ufficiali
dell'autorità giudiziaria, la presenza della famiglia mafiosa dei Badagliacca,
in particolare di Pietro, di suo figlio Angelo e Gaetano Badagliacca. È
opportuno segnalar e il legame di questo mandamento col mandamento storico di
Santa Maria del Gesù e con quello più recente, collocato nella zona del
corleonese, di San Giuseppe Jato;
l'azione dell'amministrazione e del governatore Crocetta e dell'assessore
regionale della salute Lucia Borsellino ha avviato una capillare verifica degli
sprechi, dei fenomeni di corruzione e di collusioni mafiose;
l'Azienda sanitaria provinciale di Palermo, di recente, attraverso l'azione
dell'attuale direttore generale, Antonio Candela, è in testa a questo tipo di
attività, avendo posto in essere una sistemica azione di contrasto, che non ha
precedenti: ad esempio la revoca di 3 aggiudicazioni di maxi appalti,
che da un valore di 100 milioni di euro sono stati reindetti a poco meno di 50
milioni, peraltro con un miglioramento degli stessi servizi. In 2 casi non vi è
stata da parte delle imprese aggiudicatrici impugnazione per annullare le
revoche di aggiudicazioni; come risulta dagli organi di stampa, diverse sono
state le denunzie in ordine a misteriose sottrazioni di nuove attrezzature
acquistate dall'Azienda sanitaria provinciale di Palermo per il centro di
riabilitazione "villa delle Ginestre" di Palermo, per un valore di
circa 250.000 euro; è stata denunciata, inoltre, una turbativa d'asta per una gara
di 40 milioni di euro per la fornitura di pannoloni; sono state denunciate
truffe per doppie fatturazioni su forniture di presidi o ausili; così, anche,
vi sono state altre denunce per truffa in ordine a doppie fatturazioni sui
presidi ausiliari;
risulta, sempre dagli organi di stampa, un'intensa attività di indagine su
appalti, di notevole rilievo economico, che sono stati revocati dal direttore
generale,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro dell'interno sulla sicurezza che va
garantita ai cittadini ed al personale sanitario dell'ospedale Ingrassia, al
fine di prevenire e colpire quanti operano, protetti e collusi, con le
organizzazioni mafiose;
quali misure di sicurezza intenda promuovere a sostegno dell'attività di
legalità e risanamento, già intrapresa dal direttore generale dell'Azienda
sanitaria provinciale di Palermo con risultati di comprovati risparmi per oltre
50 milioni di euro, nonché per quanto riguarda il potenziamento dell'offerta
sanitaria, territoriale e ospedaliera;
quali attività di collaborazione e sostegno il Ministro della salute abbia
intrapreso per garantire un risanamento economico che non danneggi i servizi e
che colpisca la corruzione e le collusioni mafiose;
quale attività sistemica i Ministri in indirizzo intendano avviare per fare
della lotta agli sprechi, alla corruzione ed alla "mafia bianca" una
priorità di legalità, al fine di assicurare il diritto alla salute dei
cittadini.
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