AGOSTINO SPATARO
Finalmente, dalla Sicilia una buona notizia! Un'ottima notizia, proveniente da una piccola realtà industriale dismessa, che riapre la via della speranza alla classe operaia, ai lavoratori italiani e non solo: gli ex dipendenti del birrificio "Triscele" di Messina (a mio modesto parere sarebbe meglio recuperare il vecchio logo "Birra Messina"), associati in cooperativa, stanno per riaprire lo stabilimento che i padroni hanno chiuso qualche anno fa, lasciando sul lastrico gli operai e le loro famiglie. Mi sembra un fatto davvero clamoroso, una vera e propria svolta nella gestione delle crisi aziendali o in tutti quei casi, numerosissimi e frequenti in Italia, di abbandono e/o di de-localizzazione degli impianti industriali.
Onore,
dunque, agli operai di Messina i quali con tale scelta non difendono soltanto
il loro legittimo diritto al lavoro, creando probabilmente nuova occupazione,
una tradizione produttiva tipica della città e della Sicilia, ma- fatto molto
rilevante politicamente e sindacalmente- indicano una strada importante, forse
risolutiva di tante realtà in crisi. Perciò, bisogna sostenere concretamente
questa coraggiosa scelta dei lavoratori messinesi, ognuno per quel che può
fare: lo Stato, la Regione (questa è la "Rivoluzione" da fare in
Sicilia!) assicurando alla cooperativa gli aiuti necessari per l'avvio della
produzione; noi, cittadini, impegnandoci a bere solo la nuova "birra
Messina".
Nel
sottostante articolo (del novembre 2011), partendo dalla drammatica situazione
della Fiat di Termini Imerese, ho provato a fare un collegamento con le
esperienze di "fabbriche senza padroni" avviatesi, con successo, in
Argentina. Certo, non esiste un modello uguale per ogni situazione, tuttavia
quell'esempio (oggi anche quello di Messina) può divenire un punto di
riferimento per le lotte operaie in Italia e in Europa. (a.s.)
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