L'articolo pubblicato sul G.d.S. di oggi |
CORLEONE – Grave atto di
intimidazione ai danni del presidente del consiglio comunale Stefano Gambino.
Dato alle fiamme un escavatore di su proprietà. Il pesante automezzo, un Fiat Hitaci
200.3, era “vecchio” di 15 anni, era stato acquistato un anno fa da Stefano Gambino ed era stato
lasciato in sosta in contrada Montagnola di Chiosi in Via Luigi Capuano, in un
fondo di proprietà di familiari del politico. “Ho costituito per i miei figli
una piccola impresa di costruzioni di cui
è titolare mio figlio Salvatore, dice Stefano Gambino.
Erano da poco passate le 23,00 di martedì 21 ottobre, quando è stato dato l’allarme da parte di alcuni abitanti della zona e dal consigliere Maurizio Bruno che abita in quella contrada. Sul posto intervenivano prontamente personale dei Vigili del fuoco che provvedevano a spegnere l’incendio, le volanti della Polizia di Stato e le gazzelle dei Carabinieri di Corleone. In molti hanno visto le fiamme provenire dal luogo del danneggiamento. “Ritengo che quanto accaduto sia dovuto alla mia attività politica ed amministrativa e dall’opposizione da me portata avanti nei riguardi della Giunta guidata da Lea Savona”. Stefano Gambino esclude di avere avuto contrasti con altri soggetti.” Il presidente del Consiglio Comunale ha continuato dicendo di avere avuto moltissime attestazioni di solidarietà da parte di esponenti politici e normali cittadini. Ha voluto però sottolineare che nonostante ad avvisarlo dell’accaduto sia stato un consigliere in quota alla maggioranza che sostiene il sindaco di Corleone, nessuno di loro, tranne il consigliere Carlo Vintaloro, gli ha ancora espresso solidarietà per l’accaduto. “Siamo molto preoccupati. ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà al presidente Gambino per il vile gesto di cui è stato fatto segno. Dice il capogruppo del Pd Dino Paternostro. Si tratta di un segnale inquietante, in un territorio particolare come il nostro, che continua ad essere ad alta intensità mafiosa, come dimostra il recente arresto di Antonino Di Marco, che non era un cane sciolto”. Confidiamo nell'azione della magistratura e delle forze dell'ordine. Tutti insieme abbiamo il dovere di tutelare i cittadini e le istituzioni. Per questo abbiamo chiesto la convocazione urgente di una seduta del consiglio comunale”. Il consigliere Dino Paternostro, citando l’arresto di DI MARCO si riferiva all’ultima operazione condotta dai Militari dell’Arma che ha portato all’arresto di cinque presunti mafiosi indagati per estorsione e turbativa d’asta che ha visto protagonista Di Marco Antonino dipendente del Comune di Corleone, intercettato per due anni dai carabinieri all’interno degli spogliatoi del campo sportivo comunale di C.da Santa Lucia di cui era custode. “Continuerò a battermi in Consiglio Comunale - dice Stefano Gambino - se qualcuno pensa di avermi intimidito si sbaglia. Io non sono il tipo che porge l’altra guancia, non scenderò al loro livello ma continuerò a lottare con tutti i mezzi che la democrazia mette a disposizione per affermare gli ideali di giustizia e libertà in cui credo”. La città, con le tasse comunali ai massimi livelli, sta attraversando un periodo di difficoltà economica che comprime tutte le famiglie residenti. Le indagini sul danneggiamento patito da Stefano Gambino sono svolte dagli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Corleone. - Cosmo Di Carlo
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