martedì, ottobre 28, 2014

Il 25 ottobre. Camusso (Cgil): senza lavoro non si va avanti!

La delegazione Cgil di Palermo
Oggi il mondo del Lavoro ha invaso piazza san Giovanni a Roma, riempiendo anche le strade circostanti. Il Lavoro, quello che c'è e va difeso e quello che manca e va creato. Lavoratrici e lavoratori, giovani, studenti, precari, esodati, pensionati, immigrati, in centinaia di migliaia sono giunti nella capitale da tutto il Paese per la manifestazione nazionale della CGIL 'Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia'. Queste le parole con cui il sindacato ha raccolto oggi la sfida del cambiamento aprendo un percorso di iniziative che proseguirà nei prossimi mesi. 
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I cortei - I due enormi cortei sono partiti in anticipo per la grande partecipazione. Manifestanti da tutte le regioni, si sono messi in viaggio già da ieri sera o dalle prime ore del mattino su pullman, treni speciali, navi, aerei o mezzi propri. Protagonisti dei cortei sono stati i giovani, insieme agli studenti alla testa di tutti gli spezzoni e in apertura dei due cortei. Tanti gli striscioni, le bandiere, i palloni e i fischietti, al corteo partito da Piazzale Partigiani i modenesi hanno indossato magliette rosse con la scritta 'non sono da solo contro la crisi'  e insieme a loro un gruppo di 'esodati'; da Carpi un folto gruppo di pakistani. I bolognesi hanno distribuito cartoline, oltre 6mile, indirizzate al presidente del consiglio Matteo Renzi con la scritta 'stiamo arrivando'. La Liguria, dopo la tragica alluvione che ha colpito nei giorni scorsi Genova, ha lanciato l'allarme per la messa in sicurezza del territorio. A colorare il corteo anche i 'fantasmi rossi' dalla Puglia, giovani con cappucci rossi in rappresentanza dei 500mila precari della regione. Altrettanto imponente il corteo partito da Piazza della Repubblica e sopra al quale la CGIL del Piemonte ha fatto volare quattro aquiloni 'velociraptor', simbolo di chi vuole farci tornare all'età della pietra “mangiando” i diritti contenuti nello Statuto dei Lavoratori. A Piazza della Repubblica anche il furgone del 'Viaggio della legalità' per la campagna 'Legalità: una svolta per tutte'. Tra i manifestanti i lavoratori delle costruzioni riconoscibili per i cappelli di carta, come quelli che i muratori usavano nel dopoguerra.  'I diritti non si appaltano' e 'sosteniamo la proposta di legge sugli appalti' questa la scritta sulle magliette rosse dei lavoratori degli addetti e delle addette degli appalti della logistica della FILT Cgil. Una delegazione di Vibo Valentia ha portato in strada dei grandi 'Giganti' di cartapesta, che rappresentano un 'moro' e una nobildonna italiana a rappresentare l’integrazione, davanti a loro il collettivo di immigrati composto da lavoratori d'origine africana.

In piazza - 'Xtutti' la scritta umana. I giovani della CGIL hanno accolto i due cortei in piazza con la scritta umana 'Xtutti' dal nome della nuova campagna contro la precarietà che si sta diffondendo sui social network e destinata a crescere dopo il 25 ottobre.

Dal palco - Numerosi  interventi dal palco hanno raccontato uno spaccato del mondo del lavoro, presentati da tre giovani sindacalisti Giulia, Rosita e Giacomo e intervallati dalla musica dei Modena City Ramblers. La prima a prendere la parola è stata Marta, Precaria delle poste, stabilizzata grazie all'aiuto del sindacato. "Ciao Matteo sono Marta, so che sei impegnato alla Leopolda ma avrai 5 minuti per sentire la mia storia”. Marta Alfieri ha raccontato la sua storia di precaria delle poste stabilizzata grazie all'aiuto del sindacato. Dopo diversi contratti precari, infatti, Marta fa ricorso alle poste, grazie all'aiuto e all'interessamento attivo del sindacato, per venire poi stabilizzata. "Il lavoro – ha detto - non deve essere merce. Ci sono battaglie che abbiamo l'obbligo di combattere fino in fondo”. Dal palco anche la voce degli operai dell’Ast di Terni in sciopero rappresentati da Stefano Garzulla, Rsu della Fiom CGIL: “Matteo se non vieni tu a Terni veniamo domani noi da te, alla Leopolda”. I lavoratori chiedono un impegno concreto del governo per garantire il futuro delle Acciaierie ternane e salvare il posto di lavoro di circa 550 dipendenti, dopo le ipotesi di 'dismissione' dell'impianto annunciata dalla ThyssenKrupp. Non sono mancati momenti di pathos, con i 180 lavoratori e lavoratrici licenziati dell'orchestra dell'Opera di Roma che hanno suonato e cantato 'Nessun dorma', dalla Turandot di Puccini. Negli occhi di molti di loro, così come in piazza, lacrime di commozione. E ancora il minuto di silenzio per le morti sul lavoro, proposto da un lavoratore edile della metropolitana di Napoli, iscritto alla Fillea Cgil, Giovanni Addezio.

Camusso, senza lavoro non si cambia, ma si arretra. "Questi sono i colori del lavoro, noi siamo con Marta con Debora con tutti i lavoratori e lavoratrici” così ha esordito Camusso guardando la piazza gremita, verso la quale secondo il Segretario Generale della CGIL, il Premier Renzi si è rivolto con toni irrispettosi: “alla Leopolda e a palazzo Chigi sappiano che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro" perchè è nel lavoro che risiede il futuro del Paese, la strada per risollevarsi dalla crisi. “Non c'è uscita dalla crisi senza lavoro, lavoro buono, tutelato” non come sta facendo il governo con “tagli ai diritti e salari più bassi”.

“Noi vogliamo davvero cambiare il Paese, e il cambiamento è in questa piazza, nei tanti presidi davanti ai cancelli delle aziende per difendere il lavoro. La voglia di cambiare è nei pensionati, è nel volto della lavoratrice licenziata perchè ha scelto di diventare mamma, è nello sguardo del giovane che sta preparando la valigia per emigrare. Per tutti questi volti dobbiamo cambiare verso e la prima scelta deve essere il lavoro, libero e dignitoso, con i diritti. Senza lavoro non si cambia, ma si arretra”.

Non cambia verso per Camusso la legge di stabilità: “il rigore dell'Unione europea continuerà a mantenere il Paese nella stagnazione, la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare strada”. La manovra non può essere costruita, ha detto Camusso con “qualche taglio in più e qualche bonus, è insufficiente a creare giustizia”. Giustizia e uguaglianza, ha precisato Camusso non sono parole “antiche”, ma “sono la preocondizione del futuro”. Per la dirigente sindacale “non si può fare la guerra tra poveri” per evitarla è indispensabile “una tassa sulle grandi ricchezze, progressività e giustizia fiscale”.

Sull'articolo 18, la leader della CGIL ha ribadito a gran voce, con esultanza della piazza “nessuno può dire che sia un totem ideologico, è una norma che difende la libertà dei lavoratori, si tratta di tutele concrete non ideologiche che fanno la differenza fra il lavoro servile e il lavoro moderno” e ha aggiunto “nessuno può dire in buona fede che togliere l'articolo 18 serva per la crescita”. Inoltre, ha ricordato Camusso lo Statuto dei Lavoratori deve includere tutte le lavoratrici e i lavoratori e allargare le tutele universali, come tutela della maternità, della malattia e infortunio e del diritto al riposo, all’equa retribuzione.

La manifestazione nazionale di oggi è solo una tappa. La CGIL è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo anche con lo sciopero generale. I prossimi appuntamenti come ricordato dal Segretario Generale della CGIL saranno: il 5 novembre al fianco dei pensionati e l'8 novembre in piazza con i lavoratori del pubblico impiego.

“E noi che non abbiamo paura della memoria, gridiamo come una volta 'al lavoro e alla lotta'”. Così ha concluso il suo discorso dal palco di San Giovanni, il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso, mentre come sottofondo si sentono le note di “un'ora sola ti vorrei” , in riferimento all'ultimo incontro del presidente Renzi con le organizzazioni sindacali, a cui aveva concesso un incontro di un'ora.

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