Federico III re di Sicilia |
di IGNAZIO
COPPOLA
E’ in questi giorni nelle librerie, l’ultimo saggio di Pasquale Hamel
dedicato a Federico III re di Sicilia dal titolo :” Il lungo Regno – vita
avventurosa di Federico III re di Sicilia”. Il libro di Hamel è un atto dovuto
nei confronti di un personaggio della nostra storia che merita di essere
conosciuto più di quanto ce lo abbia descritto sino ad oggi la storiografia
ufficiale e scolastica. L’opera di Hamel la si può quindi considerare,
per certi versi, un atto riparatorio prima, nei confronti della storia e
risarcitorio poi, nei confronti di un grande re che tanto amò la Sicilia e i
siciliani pronto a sacrificare per la sua terra e per i suoi sudditi, sino alle
estreme conseguenze, la propria vita e la propria esistenza. Il libro , nel
quale Hamel oltre che storico si dimostra puntuale cronista degli avvenimenti
che caratterizzarono la avventurosa vita di Federico III, offre al lettore
squarci di riflessione su un periodo della storia della Sicilia in cui i
siciliani, grazie a questo re lungimirante, conobbero come uno dei più
esaltanti e forse più irripetibili periodi della loro storia.
Federico III fu re di Sicilia per 41 lunghi anni ( dal 1296 al 1337 ) da qui il titolo “Il lungo Regno” e fu il primo Re a governare, sempre e solo, con il consenso del parlamento Siciliano. Quel parlamento siciliano istituito da un altro grande re, Ruggero II e che, a buon diritto, si può considerare il primo parlamento della storia d’Europa.
Ruggero II (su cui Hamel aveva pubblicato un precedente saggio) e Federico III furono le due significative figure che diedero un contributo fondamentale alla costituzione di una identità nazionale siciliana ( communitas Siciliae) di un regno che durerà, tra luci ed ombre, fino al 1860 con la caduta del Regno delle Due Sicilie. E di questo regno di Sicilia Federico III, come dicevamo prima, fu il primo re a governare sempre e solo con il consenso del Parlamento. Ciò avveniva- sottolinea Hamel nel suo saggio- per la prima volta nella storia, quando ancora le monarchie costituzionali non esistevano in nessuna altra parte del Mondo. Federico III trasmise nei suoi lunghi 41 anni di regno ai siciliani un saldo sentimento di unità nazionale combattendo, per l’indipendenza della Sicilia contro tutto e contro tutti.
Si ritrovò a combattere, da ghibellino, contro una serie di papi, filo angioini, che si succedettero in quel periodo, Bonifacio VIII, Clamente V, Giovanni XXII e Benedetto XII, contro gli stessi re Angioini Carlo e Roberto ed addirittura contro il suo stesso fratello Giacomo II re d’Aragona. Solo contro tutti in una serie di epiche battaglie , come quella navale di Capo d’Orlando del 4 luglio 1299 contro il papato, gli angioini e gli aragonesi e quella terrestre della Falconara nei pressi di Trapani del 1 dicembre del 1299 combattuta contro Filippo d’Angiò che sconfisse e fece prigioniero.
Solo contro tutti, eroicamente, a tenere testa alle grandi potenze del tempo per l’indipendenza e per la libertà del suo popolo e della sua terra la Sicilia che dimostrò d’amare più di ogni altra cosa. Ecco perché va rivalutata la epica figura di questo grande re, siciliano d’adozione ed aragonese d’origine. E Pasquale Hamel nel suo pregevole saggio, da cronista e da storico, assolve a questo grato compito , descrivendo con puntualità la sua avventurosa vita tracciando i grandi meriti e i pregi di questo grande re misconosciuto ai più e per troppo tempo obliato dalla storiografia ufficiale. Al contrario di quanto si potrebbe pensare Federico III fu un re sempre alla ricerca della pace ma purtroppo, suo malgrado, costretto dagli eventi e dai suoi nemici a guerre interminabili.
Nel libro di Hamel il lettore avrà anche modo di apprendere che la famosa pace di Caltabellotta del 31 agosto del 1302, a quanto pare, non fu firmata esattamente a Caltabellotta ma probabilmente a metà strada tra Caltabellotta e Sciacca, ossia a Castronovo di Sicilia e che la cosiddetta pace di Caltabellotta, a differenza da quanto siamo usi leggere nei libri di scuola, non mise assolutamente fine alla guerra del Vespro , che riprese più virulenta di prima undici anni dopo e andò avanti per diversi anni con alterne fortune. Dopo questa vita avventurosa vissuta da grande re e da grande cavaliere medievale ma rivoluzionario per quei tempi in quanto re costituzionale e strenuo difensore delle prerogative del parlamento siciliano, Federico III rex siculorum all’età di 64 anni e dopo 41 anni interrotti di Regno morirà il 25 giugno del 1337 mentre era in viaggio verso Enna e verrà seppellito nella cattedrale di Catania, dove tutt’ora riposa, malgrado nel suo testamento avesse manifestato la volontà di essere sepolto a Palermo.
Scorrendo il libro di Pasquale Hamel, che per gli interessanti temi trattati si legge tutto d’un fiato, il lettore potrà trarre un giudizio, con una scontata partecipazione emotiva, su questo eccezionale, e non è esagerato definirlo leggendario, personaggio della storia siciliana . Federico fu un grande Re,amatissimo dal suo popolo, buon condottiero, politico attento e lungimirante, saggio legislatore e che, nel corso del suo lungo regno, seppe difendere con tutte le sue forze l’indipendenza del suo popolo e della Sicilia. Possiamo alla fine dire, dopo avere letto il libro di Pasquale Hamel, a cui va riconosciuto il pregio ed il merito di avere colmato il vuoto di memoria della storia ufficiale sulla figura di Federico III, di condividere appieno quello che scrisse Dante nel III canto del purgatorio a proposito di questo grande re definendolo onor di Cicilia e d’ Aragona e del quale noi siciliani dovremmo essere degni ed orgogliosi, e il saggio di Hamel ce ne da motivo, di onorarne la memoria.
Siciliainformazioni.com
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