L'intervento di Sefora Ribaudo |
di SEFORA RIBAUDO
Mi chiamo Sefora Ribaudo e anche io
faccio parte dei giovani democratici del corleonese. Molti, e mi rivolgo
soprattutto ai ragazzi, si staranno chiedendo cosa sono questi giovani democratici
del corleonese. Ebbene, racconterò in breve che la nostra è un associazione
territoriale, che comprende cinque paesi:
Corleone, Campofiorito, Bisacquino, Chiusa Sclafani e Giuliana.
Racconterò che la nostra associazione si sta appena costituendo e che sono
fiera e orgogliosa di far parte di questa meravigliosa opportunità. Infatti per
noi è un opportunità confrontarci ogni giorno, lavorare insieme per costruire
qualcosa di bello, abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce, quella
dei nostri pensieri, dei nostri ideali. Per noi è un’opportunità fare ogni
giorno una scelta. E sto parlando di scelte di vita, la scelta di stare da una
parte, la parte che noi riteniamo quella giusta, la facoltà di combattere se
qualcosa non ci sta bene, di lottare contro l’ingiusto.
Noi abbiamo scelto e questa volta abbiamo scelto di stare dalla parte di questi ragazzi. Tutto è nato per caso, ve lo voglio confidare, un giorno ciascuno di noi stava navigando sul social network preferito da chiunque e incappammo quasi per caso in una discussione che era all’ordine del giorno: da qualche tempo i ragazzi immigrati erano arrivati in città, quindi fin da subito si poteva notare un paese spaccato a metà. C’era chi lamentava l’arrivo di questi ragazzi, era contrario al fatto che ricevessero ogni giorno un contributo, c’era addirittura chi affermava prontamente che questi ragazzi dovessero tornarsene al più presto nella loro terra perché qui davano fastidio. Ne parlammo tra noi, ci siamo adirati, ci siamo vergognati anche a dirla tutta. In qualche modo dovevamo ribellarci a questa mentalità e fare la nostra scelta, da giovani, contro questa forma ingiustificata di terrore. Sembra quasi un paradosso, ma questi commenti cosi carichi di ignoranza e razzismo, hanno contribuito a darci la grinta per lottare, e ci hanno permesso di tirar fuori dalle nostre teste qualcosa di unico. Fino a quel momento era la nostra morale che ci spingeva a detestare quei commenti, quella contrarietà, poi abbiamo iniziato a parlare con questi ragazzi e a conoscerli un po’ meglio. Piano piano ci siamo fatti raccontare le loro storie, all’inizio c’era un problema di comunicazione e non vi nego che sussiste ancora - io per prima non so parlare benissimo l’inglese - ma con il tempo e con la voglia sincera, un semplice saluto, un sorriso, qualche chiacchierata la sera, ci ha permesso di diventare amici. Scoprivamo ogni giorno delle storie, culture nuove, stili di vita diversi e perché no, delle concezioni diverse dalle nostre, ma mai una minaccia. Ci rendemmo effettivamente conto, ed è quello che cerchiamo di trasmettere anche a voi, che la loro è una storia che ci appartiene. La curiosità ci ha spinto a leggere e scoprire che il nostro passato stesso è multietnico e multiculturale. Per dirne una, la città di Corleone è stata colonizzata da greci, saraceni, normanni, longobardi.. Abbiamo la fortuna di possedere una storia invidiabile e se ce l’abbiamo è soprattutto per quei popoli che prima di noi abitavano queste terre e ce l’hanno lasciata. E a coloro che affermano che lo straniero viene quasi ad usurpare la nostra terra, vorrei ricordare che anche la nostra gente un tempo è partita verso altri continenti per riscattare la propria vita. Vorrei concludere facendo riflettere che in questa terra siamo tutti di passaggio e quello che conta è l’aiuto che possiamo darci l’un l’altro a vivere come meglio possiamo. Ciò che realmente conta è la voglia di costruire al meglio la nostra vita, ma ancor di più, permettere agli altri di costruirsi un futuro migliore. La nostra libertà finisce quando inizia quella dell’altro. Se rispettiamo queste semplici parole, potremmo considerarci tutti delle persone libere.
Sefora Ribaudo
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