Corleone, la torre saracena |
Parlami della tua città. No, non vogliamo un trattato storico, politico, né una ricerca sociologica. Parlami del tuo paesello, della tua metropoli, ma parlamene con il cuore. Sul filo dell’emozione, con le lacrime agli occhi o ridendo di gusto. Raccontami un’emozione, un aneddoto, un luogo di quel luogo, cosi che insieme agli altri ci possiamo rappresentare una Italia che c’era, che forse c’è e magari ci sarà. Per tutta l’estate il racconto dei paesi e delle città d’Italia. Un itinerario sentimentale ed emozionante dei nostri luoghi alla ricerca della loro anima. Potete partecipare tutti, inviando aneddoti, emozioni, sensazioni, storie che ci aiutino a capire lo spirito del nostro “ricco” Belpaese. Naturalmente, se volete, inviate anche foto, disegni per arricchire i vostri contributi. Per tutta l’estate.... poi si vedrà. Il titolo della rubrica è “.... per Noi” come “Genova per Noi” di Paolo Conte.
Da quest'idea del sito francese ALTRITALIANI.NET, questo racconto di Dino Paternostro...
Negli anni ’50, quando sono nato io, nel quartiere di San Giovanni, a Corleone, in Sicilia, ancora non c’era la luce elettrica. Si usava la lampada a petrolio. Credo di essere stato un figlio molto amato. Sicuramente molto desiderato, perché mia madre ci mise quasi quattro anni prima di restare incinta. Per quei tempi, un tempo "infinito", da far quasi pensare che non potesse avere figli. Lei, naturalmente. Perché allora, se non si avevano figli, la "colpa" era sicuramente della donna. Ma poi il "miracolo" avvenne e, nella casa di San Giovanni, da mio padre (un bracciante agricolo di 36 anni) e mia madre (una casalinga di 26) sono nato io, il figlio primogenito. Non senza qualche complicazione, comunque, perché a farmi nascere (la notte tra il venerdì e il sabato santo) non bastò la sola ostetrica, ma ci volle anche l’aiuto del medico, il dott. Peppino Alfieri. CONTINUA A LEGGERE
Nessun commento:
Posta un commento