Bernardo Provenzano |
L’ex pm: il carcere duro non deve
essere interpretato come una forma di “accanimento carcerario”
PALERMO - Il 41 bis non serve più per Bernardo
Provenzano, ormai «vecchio, stanco e malato», e la norma, introdotta
originariamente «alla specifica finalità preventiva di impedire che i capimafia
potessero comunicare con l’esterno per dare ordini» non deve essere ora
reinterpretata come una forma di “accanimento carcerario”: è questa l’opinione
di Antonio Ingroia, ex magistrato ed ex parlamentare, espressa in un articolo a
sua firma pubblicato dal quotidiano Il Garantista.
L’INCONTRO IN CARCERE - Auspicando l’apertura in
Italia di un dibattito sul carcere duro «fuori degli schieramenti militanti da
tifoseria scalmanata sugli spalti, garantisti da una parte e antimafiosi
dall’altra», Ingroia ne spiega le ragioni. «Ho conosciuto Bernardo Provenzano
per decenni attraverso le carte di tante inchieste», afferma, e i suoi efferati
crimini. «Ho poi conosciuto un altro Bernardo Provenzano. Lo andai a sentire il
31 maggio 2012 - ricorda - dopo un suo apparente e anomalo tentativo di suicidio,
per capire come stava e cosa stava accadendo in quel carcere. Incontrai un uomo
vecchio, stanco e malato, che forse avrebbe voluto raccontare qualcosa di più,
ma era frenato da qualcosa o da qualcuno. La situazione di costrizione dove si
trovava, le violenze e le minacce che poteva aver subito in carcere, la
difficoltà a violare la sua cultura ed il suo codice, o la preoccupazione di
danneggiare i suoi familiari, chissà. Ad ogni modo, non ebbi la sensazione di
avere di fronte il capomafia efficiente ed implacabile con le sue vittime che
era stato per tutta la vita, come le carte, i processi e le sentenze me lo
avevano consegnato».
RIPRISTINARE PIANOSA E ASINARA - «La revoca del 41 bis per questo
Provenzano - spiega l’ex magistrato - non intaccherebbe la funzione del carcere
duro, anzi la rafforzerebbe, perché- sostiene - il 41 bis resta indispensabile
ed utile purché usato secondo la sua funzione originaria (magari riaprendo
carceri “dedicati” al 41 bis come Pianosa e L’Asinara, frettolosamente chiusi)
senza piegarlo a finalità improprie. E quindi - conclude - dannose ed abnormi».
Il capomafia Bernardo Provenzano è attualmente ricoverato all’ospedale San
Paolo di Milano dove è sottoposto ad alimentazione forzata. Il 7 luglio scorso
il tribunale di sorveglianza di Roma ha rinviato al 3 ottobre prossimo la
decisione sulla revoca del 41 bis.
29
luglio 2014
1 commento:
Se io fossi Bernardo Provenzano, direi un'antica frase : " TIMEO DANAOS, ET DONA FERENTES". Gli uomini della Legge abitualmente ti concedono uno spazio maggiore, per colpirti più duramente.
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