Paolo Borsellino |
In
mattinata, il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, è arrivato alla caserma Lungaro di
Palermo dove ha deposto una corona di fiori in onore delle vittime delle stragi
mafiose. Ad accoglierlo è stato il prefetto Francesco Cannizzo, in compagnia
del questore Maria Rosaria Maiorino. Presenti i vertici delle forze dell’ordine
e delle autorità civili.
CIANCIMINO
JR ABBRACCIA SALVATORE BORSELLINO
È arrivato
in bici in via d’Amelio Massimo Ciancimino con suo figlio ed è
andato a salutare Salvatore Borsellino abbracciandolo. “Sono uno dei
responsabili di quello che è successo qui, e sono uno dei pochi responsabili
che ha la faccia e il coraggio di venire – ha detto ai giornalisti il figlio di
Vito Ciancimino – Ho portato mio figlio che sta iniziando a capire tutto, ho
due date tatuate addosso, la data di nascita di mio figlio e il 19
luglio del 1992, sono le date più importanti della mia vita”.
“Per la
prima volta vedo i potenti tremare – ha aggiunto a proposito del processo sulla
Trattativa – davanti le domande di Nino Di Matteo, credo che quel castello di
menzogne sta crollando, ma sono ancora in tanti a mancare in quell’aula. Non
sono mai stato orgoglioso di mio padre per quello che ha fatto, ho portato alla
sbarra i potenti perche’ mio figlio possa essere orgoglioso di me, perche’
credo che questa sia la cosa piu’ importante”.
CONTESTATA
ROSY BINDI
Rosy Bindi, presidente della Commissione
nazionale antimafia è stata contestata in via D’Amelio da alcuni attivisti in
via D’Amelio, fino a quando non sono arrivati Salvatore e Rita Borsellino
a ‘scortarla’ fino al palco, all’altezza dell’ulivo simbolo della strage. I
militanti delle Agende Rosse in silenzio hanno alzato le agende dando le spalle
alla presidente, in chiaro segno di non approvazione della sua presenza.
Chiedono che venga fatta giustizia sulle stragi. Si leva un urlo “di Matteo non
sei isolato: sei tu il nostro Stato”.
DI MATTEO:
“NON FU SOLO UNA STRAGE DI MAFIA”
“Prendere la
parola oggi in questo luogo e nella stessa ora in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della scorta e’
un onore e una grande responsabilita’”. Lo ha detto il pm antimafia di Palermo,
Nino di Matteo, intervenendo dal palco di via D’Amelio, durante le
manifestazioni per il 22esimo anniversario dell’uccisione del giudice Paolo
Borsellino e degli agenti della scorta.
“La ricerca
della verita’ – ha aggiunto – ha un senso solo se sostenuti dall’impegno della
societa’ civile, sento
di dover ringraziare i cittadini che danno prova di essere innamorati della
giustizia, della democrazia e della costituzione del nostro Paese. Voglio
ringraziare tutti quei cittadini che si pongono a scudo di tanti che, anche
nella politica, continuano a calpestare quei valori che furono di Paolo
Borsellino, contro l’arroganza dei prepotenti e degli impuniti; quei cittadini
che vogliono difendere chi lotta per la verita’ tra ostacoli e tranelli. Avete
il sacrosanto diritto di chiedere la verita’ sulle stragi e noi magistrati
abbiamo l’obbligo etico di cercarla anche se costa lacrime e sangue. Per
continuare a cercare la verita bisogna rispettare la verita’, Paolo Borsellino
ci ha insegnato a non avere mai paura della verita’”.
“Sono in
tanti che continuano a dire – ha proseguito Di Matteo - che i processi di
Caltanissetta hanno portato ad un nulla di fatto, ignorando le 22 persone
finite in carcere. Sono tanti e concreti gli elementi che ci portano a dire che
non fu solo una strage di mafia quella di via d’Amelio e che il movente non era
solo una vendetta mafiosa, dobbiamo imparare il rispetto della verita’. La
volonta’ di fare piena luce e’ intendimento di pochi servitori dello Stato
rimasti. Dal progredire delle indagini sappiamo che in molti sanno dentro le
istituzioni ma rimangono in silenzio, perche’ il potere aumenta se si tace.
Dobbiamo gridare la nostra rabbia”. “Non si puo’ ricordare Paolo e rimanere
silenti rispetto a cio’ che accade nel nostro paese e assistere ai tanti
tentativi gia’ in atto come la riforma della giustizia, e quella in cantiere
sulla responsabilita’ civile sui magistrati finalizzati a ridurre l’autonomia
dei magistrati. Non si puo’ rimanere in silenzio rispetto alla volonta’ di
ridurre l’azione di un magistrato ad un mero burocrate. Non si puo’ fingere di
commemorare Paolo quando si sta tradendo il suo pensiero e il suo intendimento.
Oggi a distanza di 22 anni qualcosa e’ cambiato ma non certamente in meglio. E’
necessario non perdere la capacita’ di indignarsi e trovare la forza di
reagire, anche da morto Paolo non puo’ e non deve subire l’onta. Allora non
vigilammo, non ci scandalizzammo e subimmo come subiamo oggi il potere di chi
vuole ostacolare l’indipendenza della magistratura”.
NAPOLITANO:
“PIENA LUCE DAI PROCESSI”
Il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22°
anniversario del barbaro attentato di via d’Amelio, ha inviato a Manfredi
Borsellino un messaggio nel quale rende “commosso e partecipe omaggio
alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta
Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio
Traina, che egualmente persero la vita. Paolo Borsellino univa all’eccezionale
competenza professionale e al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia,
la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si
esaurisce nell’opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento
culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di
violenza e di sopraffazione”.
“È pertanto
indispensabile – prosegue Napolitano – non dimenticare che un’azione di contrasto
sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo
di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza. Come
ho ricordato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, alla
speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi
che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i
processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi,
rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato
colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese. Con questo
spirito, e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle,
ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di
gratitudine e di solidarieta’ di tutti gli italiani”.
CROCETTA:
“NON SIA UN GIORNO DI RETORICA”
“Il giorno
di Borsellino – ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario
Crocetta, parlando
dell’anniversario della strage di Via D’Amelio – non può essere un giorno come
tanti altri, dove si esprime la retorica e basta. Per me è un giorno di sofferenza
e di dolore, di ricerca della verità e di rabbia”.
“La rabbia
che dopo tanti anni non si conosce la verità - continua ancora Crocetta – Una verità
che va cercata e perseguita accuratamente. Quella verità che deve portare
alla identificazione di quell’intreccio che c’è stato tra mafiosi e alcuni
settori deviati delle istituzioni. Quella verità che spesso ancora non
riusciamo ad avere in molti processi di mafia che non riescono ad
arrivare a quel livello che tutti aspettiamo di conoscere”.
“Chi sono i
mandanti – chiede Crocetta – chi c’è dietro le stragi? Una verità che probabilmente
potrebbe dare una lettura attenta di un fenomeno che non solo ha prodotto
vittima ma che continua a opprimere l’isola, un’isola che si vuole
liberare. Il giorno di Borsellino voglio dire che sono vicino ai
familiari ma anche ai familiari degli agenti di scorta. Dico loro che gli
voglio bene e che la loro sofferenza è la mia sofferenza”.
GRASSO:
“ABBIAMO FAME E SETE DI GIUSTIZIA
“Quando
penso a Paolo Borsellino - scrive il presidente del Senato Pietro Grasso sul
suo profilo Facebook – la mia mente si perde in un caleidoscopio
di emozioni, pensieri, ricordi, frammenti di vita vissuti assieme: i suoi
consigli, il sostegno umano e professionale, la sua brillante intelligenza,
quel sorriso in grado di sciogliere la tensione dei momenti più
difficili. Paolo era una persona semplice, ironica, estroversa: ricordo
le sue fughe dalla scorta, l’aspirazione di vivere una vita normale, di
poter fare quello che tutti quanti fanno, in quei pochi attimi di libertà e di
evasione dalla vita blindata cui era costretto. Amava le cose semplici,
era animato da una passione viscerale per il proprio lavoro e da un
insopprimibile desiderio di giustizia”.
“Credeva nei
giovani, sentiva l’approvazione dei siciliani e questo -prosegue Grasso- gli dava la
forza di andare avanti, sempre, a qualunque costo. Quando Giovanni Falcone fu
ucciso dalla mafia si assunse la responsabilità di raccoglierne la
pensante e pericolosa eredità professionale. Paolo era consapevole di ciò
che gli sarebbe accaduto ma non ebbe mai paura e andò avanti, con tutto
se stesso. Non era segno di incoscienza ma l’accettazione del pericolo
connaturato al lavoro che svolgeva: questa la sua più grande lezione. Sono passati
22 anni da quel maledetto pomeriggio in cui fu ucciso insieme a Vincenzo
Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina e
Claudio Traina, i ‘generosissimi ragazzi della scorta’, come era
solito chiamarli”.
“Il mio
pensiero -continua il presidente del Senato- va a tutti loro e ad Agnese, che ci ha lasciato poco più di un
anno fa e che non ha mai smesso di lottare per la verità. Ancora oggi
abbiamo fame e sete di giustizia su quegli eccidi e su tutti i misteri
non svelati. A dispetto del tempo che passa il ricordo di Paolo rimane uno dei
miei approdi sicuri, non soltanto nel giorno della ricorrenza del suo
estremo sacrificio. Il suo esempio -conclude- mi aiuta a resistere nei
momenti critici, quando sembra di dover ricominciare tutto daccapo, dopo
che hai invano dato tutto te stesso per raggiungere l’obiettivo in cui
credi”.
LA
FIACCOLATA
Si rinnova
anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Una
manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le
manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di
oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti
giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di
numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la
manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno
parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di
Fratelli d’Italia. Partenza prevista per le 20,30 da piazza Vittoria
Veneto, lungo via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via
D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.
Da: Siciliainformazioni.com
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