Un momento della manifestazione in piazza Garraffello |
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Non c’è solo un problema di risorse pubbliche, come sa bene l’amministrazione: bisogna mettere insieme un fronte di forze dal basso, sindacati, associazioni, cittadini, che il centro storico l’hanno a cuore, e investire risorse pubbliche e private in nome di una cultura del recupero".
Nella piazza
trasformata in auditorium, con tavoli e sedie, per la ricorrenza dei morti
delll’8 luglio del 1860, erano presenti gruppi di edili disoccupati, la
soprintendente ai Beni culturali Lina Bellanca, la restauratrice Arianna
Padrut, l’associazione partigiani (Anpi), l’associazione "Oltre le
Mura" rappresentata dall’architetto Giovanni Franzitta, la vice presidente
di "Salvare Palermo" Renata Prescia, il segretario nazionale della
Fillea Walter Schiavella. Il sindacato ha chiesto di fare ripartire il settore
dell’edilizia, dal centro storico alle periferie. "Bisogna partire dai
nuovi bisogni sociali favorendo una riconversione del settore attraverso la
riqualificazione urbana - ha detto Piero Ceraulo della Fillea nella relazione -
Bisogna rendere conveniente per le piccole abitazioni, disabitate, disomogenee
e abbandonate, diventare una sola costruzione, caratterizzata da una maggiore qualità
edilizia e architettonica. E c’è un problema di professionalità: ogni anno
l’Università di Palermo sforna 30 restauratori. Che fine fanno? Col centro
storico che cade a pezzi non possiamo costringerli ad emigrare".
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