L'on. Rosario Crocetta |
E Digicomo invece di fare mea culpa dicendo che ha fatto male a dare per un paio di giorni la settimana la sua stanza istituzionale di presidente di commissione a un noto faccendiere gelese, che riceveva aziende, faccendieri, politici, imprese spacciandosi addirittura per segretario di Franceschini, invece di cacciare a calci nel sedere uno che viene accusato dalla magistratura di essere delinquente, afferma che nei suoi confronti sarebbe in atto un'opera di "mascariamento", con grande senso del sorriso che mi provoca tale frase. Devo dire che nel caso di Digiacomo dobbiamo parlare di “automascariamento”, poichè sicuramente la frequenza del Sanfilippo, non ci sembra proprio una frequentazione da suore orsoline. L'ha fatto in buona fede o in mala fede? Io non lo so, perché l'indagine sull'animo umano non ci appartiene come diritto politico. Sarebbe bastato rispondere “non ne sapevo nulla, non metterà più piede nel mio ufficio”. Mi sarei aspettato ben altre reazioni, invece il Sanfilippo si dilegua e Digiacomo si mette a parlare di gare. Solo che la gara di che trattasi è una gara in corso, il che non è proprio un piccolo particolare. Digiacomo vuole intervenire su una attività gestionale che appartiene per legge solo ai dirigenti e neppure al governo? Fermo restando che la commissione fa attività ispettive e laddove si ravvisino reati deve correttamente riferire alla magistratura. Perché la Borsellino dovrebbe fare un passo indietro sulla sanità? Si può dire questo senza incorrere nel reato di diffamazione a mezzo stampa? Ma noi siamo gente buona che perdona tutto, che considera sempre gli altri in buona fede, ma sinceramente, on. Digiacomo, che fine ha fatto Sanfilppo? E che ci faceva nel suo studio per mesi? Questa è una domanda politica, se ce la chiarisce. Poi Digiacomo può affermare ciò che vuole, lo faccia pure ma sapendo che non può chiedere gli atti come ha fatto in commissione sanità su una gara in corso, dovendo garantire la libera concorrenza. Il governo non si occupa di fatti che attengono all'autonomia gestionale dei dirigenti e il direttore Candela ha fatto delle scelte la cui competenza gli appartiene per legge. C'è una violazione di legge? Non credo. L'on. Digicomo sa qualcos'altro? Lo dica. Naturalmente ci dica se anche Sanfilippo per caso è interessato proprio a questa gara o abbia manifestato particolare attenzione sui possibili risultati. Se il Sanfilippo abbia mai chiesto di revocare quel bando di gara e come mai l'on. Digiacomo, che ne dovrebbe essere a conoscenza, invece di chiedersi perché il Sanfilippo già arrestato per truffa, possa pretendere di chiedere il blocco di tale gara e la stessa richiesta possa essere fatta contestualmente dal presidente della commissione sanità. C'è una notissima canzone che dice "prima di parlare pensa", poiché i contorni di tutta questa vicenda potrebbero essere non esattamente quelli che il Pippo Digiacomo, speriamo in buona fede, vuole rappresentare. Ma sinceramente mentre Candela ha un mandato che gli deriva dalla legge per gestire le gare, non mi pare che tale mandato ce l'abbiano né Sanfilippo né Digiacomo. Sinceramente però una sanità indipendente da Sanfilippo se l'aspettano i siciliani, specie quando proprio ieri è emerso uno scandalo legato a faccendieri di precedenti governi con truffe di centinaia di milioni nei confronti della Sicilia. Noi crediamo nella giustizia vera, il Digiacomo non butti in politica ciò che non ha nessuna connessione con la politica. In uno stato democratico esistono poteri che hanno competenze diverse. La commissione sanità è una commissione legislativa e di controllo sugli atti del governo. Ci sono atti del governo che intervengono sulla gara citata? Non ce ne sono. Cosa c'entra dunque l'attacco alla Borsellino? Ritiene che la gara dell'Asp sia "irregolare”? Rappresenti a chi di dovere, ma non diffami e non interferisca sul corso della gara, perché nel codice tale interferenza si chiama in un altro modo”.
Nessun commento:
Posta un commento