I Sindaci della Provincia di Palermo e l'Assessorato alla
Sanità s'incontrano per migliorare la rete ospedaliera. E' salvo il punto
nascita di Petralia. Ma Alia e Valledolmo sono "isolate": per
un'ambulanza sul posto occorrono 40 minuti «si può morire prima di ricevere
assistenza»
Un passo avanti verso il riordino del servizio Sanitario
Regionale e in particolare delle rete ospedaliera di Palermo e Provincia. E'
stato fatto ieri mattina (30 giugno) con l'acquisizione del parere -
obbligatorio, ma non vincolante - della
Conferenza dei sindaci della Provincia, di cui è Presidente Lea Savona,
sindaco di Corleone. La conferenza si è tenuta nei locali dell'Assessorato
Regionale alla Sanità, in piazza Ottavio Ziino a Palermo.
Visto che al "novanta
per cento sono state accolte le richieste dei primi cittadini" -
come ha evidenziato Pippo Noto, direttore dell'Azienda Sanitaria Provinciale di
Palermo - i sindaci, con l'eccezione della motivata astensione dei
rappresentanti di Alia e Valledolmo, hanno espresso in linea di
massima un voto positivo, su quanto presentato dall'assessorato e
dall'Asp sul piano sanitario locale.
In buona sostanza sono stati mantenuti attivi i punti
nascita di Corleone (distretto 40) e Petralia (distretto 35), ma a patto che
vengano garantiti dalle strutture ospedaliere gli standard di sicurezza
necessari ad una corretta gestione del servizio. L'ospedale Madonna dell'Alto
di Petralia Sottana mantiene 14 più 2 posti letto in Medicina generale, 2 in Pediatria, 4 in Ostetricia e Ginecologia,
6 in
Chirurgia generale, più due indistinti, e 46 posti letto per gli acuti
(riabilitazione e lunga degenza). Corleone ha conservato, inoltre, anche
i due posti di Pediatria che in una prima stesura erano stati eliminati. Le
modifiche al piano sono state apportate in modo di garantire la sopravvivenza
sia delle strutture presenti sul territorio, sia dei posti letto, pur con
qualche aggiustamento resosi necessario per migliorare il servizio. Questo
anche in considerazione che i paesi che fanno capo ai due distretti si trovano
in un'area svantaggiata della Provincia, con una rete stradale non adeguata
(per esempio quella di Alimena) o addirittura fuori uso per frane (come nel
caso di Corleone), come hanno evidenziato i sindaci Lea Savona di Corleone ed
Alvise Stracci di Alimena, «che nell'eventualità di una riduzione dei
servizi offerti o di chiusura dei presidi ospedalieri
esistenti, rischierebbe di lasciare tagliati fuori dall'assistenza sanitaria i
cittadini ricadenti in questi Comuni». Anche Partinico, del distretto 41,
mantiene i posti letto ed Urologia (era stata cassata). Inoltre, è
prevista un'allocazione, sempre a Partinico, di una unità di Cardiologia
emodinamica. Per l'ospedale San Raffaele di Cefalù, viceversa, è prevista la
sua trasformazione in una struttura di specializzazione oncologica,
sempre cercando di mantenere i servizi base.
Il commissario dell' Asp Palermo, Antonino Candela, ha
evidenziato come su 82 comuni della provincia, già 65 di essi hanno un servizio
Cup (Centro Unico di Prenotazione) attivo.
Questa affermazione non ha placato però le legittime
rimostranze dei primi cittadini di Alia, Francesco Todaro (tra l'altro un
medico) e di Valledolmo, Luigi Giuseppe Favari, i quali hanno sottolineato
l'assenza nei loro comuni e in quelli limitrofi, di servizi sanitari di base.
Il dottor Todaro, in particolare, ha rilevato come il suo paese sia isolato e
praticamente privo di ogni struttura sanitaria, nemmeno uno sportello per le
prenotazioni. «Se qualcuno dovesse stare male, l'ambulanza non potrebbe
raggiungere il nostro territorio prima di quaranta minuti circa -
sottolinea il sindaco - il posto più vicino è Lercara o Palazzo Adriano
(dove si trovano i Pte, Punti Territoriali di Emergenza, cioè le reti del 118).
Più di 26 chilometri
di strada in pessime condizioni - conclude amareggiato il sindaco - così si può
morire prima di avere assistenza».
Candela per l'Asp e l'Assessorato alla Sanità si sono
impegnati ad indire un incontro per cercare di risolvere l'isolamento di quei
Comuni autodefinitisi «non svantaggiati, ma disastrati» come tiene a precisare
lo stesso Todaro.
La responsabile della Programmazione dell'emergenza
Sanitaria della Regione, Maria Letizia Di Liberti, ha risposto dando la
sua disponibilità ad un incontro, ma anche chiarendo che la Regione Sicilia
dispone di ben 10 ambulanze attrezzate in più di quelle previste, dichiarando
altresì che «si può aprire uno spiraglio per una migliore distribuzione sul
territorio».
«Una di queste ambulanze, però si trova a Petralia, da circa
tre mesi, perfettamente attrezzata (costo 78 mila euro) e non è ancora entrata
in funzione» - lamenta il dottor Stracci.
Il sindaco di Petralia Sottana - Santo Francesco Inguaggiato
- ha invitato a vigilare sull'occupazione impropria dei posti letto negli
ospedali e ha sottolineato la mancanza di un reparto di ortopedia nel suo
territorio. L'assessorato regionale vuole continuare nella sua opera di
organizzare, riunire gli ospedali e di giungere a mettere on line tutti i
ricoveri, in maniera da ridurre le ospedalizzazioni non necessarie.
Per quanto riguarda Palermo, è stata mantenuta, in virtù
della sua posizione periferica, Ortopedia all'Ingrassia. Per tale Presidio
Ospedaliero sono stati potenziati in generale i posti letto, con un riassetto
dell'organico interno. Policlinico, Civico e Cervello confermano le
attività principali. Per quest'ultimo è prevista l'attivazione di un
"Trauma Center". Salvi anche i 60 posti letto della clinica Villa
delle Ginestre, che dovrebbe formare un presidio unico con il Cervello.
Mantiene il suo status di
Arnas - Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione - l'ospedale
Civico di Palermo e l'Ismett.
Da: http://www.ilcaleidoscopio.info/
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