Dopo 4 anni di eventi ed una manifestazione
nazionale, a Palermo c'è ancora bisogno del Pride. Ed è ancora
necessario che sia un Pride di rivendicazione e non solo di orgoglio.
Abbiamo costruito ed ottenuto tantissimo dal 2010: relazioni forti con
tutti i movimenti cittadini, attenzione ed affetto da parte di decine e
decine di migliaia di palermitane e palermitani, una nuova capacità di
interlocuzione con le Istituzioni. Abbiamo ottenuto il registro
delle Unioni Civili, l'istituzione della figura del Consulente della
Giunta per i temi Lgbt e l'adesione del Comune di Palermo alla rete
Ready contro le discriminazioni; e tantissimi altri Comuni hanno seguito
l'esempio del capoluogo con un numero di nuovi registri comunali delle
coppie di fatto che non ha precedenti in nessun'altra Regione. Abbiamo
animato e restituito alla fruizione delle cittadine e dei cittadini aree
di Palermo che meritavano di tornare ad essere vissute, da Villa
Pantelleria ai Cantieri Culturali.
Abbiamo costruito centinaia di
iniziative politiche e culturali che hanno reso il Movimento Lgbt
palermitano un interlocutore credibile ed autorevole non solo per
tantissimi soggetti associativi ma anche per moltissimi professionisti
dell'Arte, della Cultura e dello Spettacolo. Abbiamo, in poche parole,
creato un modello di Pride partecipato che è ormai un punto di
riferimento per tutto il Movimento Lgbt nazionale ed un evento al quale
la città non vuole più rinunciare.E grazie anche a questo Pride, che è realmente il Pride della città, Palermo non è più percepita come terra dell'arretratezza culturale e del pregiudizio maschilista ed omofobo. Soprattutto dopo la straordinaria manifestazione dello scorso anno (circa 350.000 partecipanti tra Village e corteo, più di 100 eventi politici, culturali, ludici) possiamo dire con certezza che la nostra città ha poco da invidiare al resto di un paese ingiustamente considerato più avanzato in tema di rispetto delle persone Lgbt. Ma il cammino è appena iniziato e tanto lavoro resta ancora da fare non solo per il
Movimento ma anche e soprattutto per le Istituzioni cittadine: e lo dimostrano le tante discriminazioni ancora subite in casa e a scuola da ragazze e ragazzi omosessuali; lo dimostrano i tanti casi di violenze verso le persone transessuali; lo dimostrano i recentissimi casi di aggressioni e violenze verbali subite a Palermo da gay e lesbiche visibili e, per altro, fuori da luoghi e manifestazioni notoriamente "queer" e/o lgbt. Proprio in questi giorni, così vicini al Pride. E lo dimostrano gli attacchi che le Famiglie Arcobaleno e il "Palermo pride Bimbi" subiscono in questi giorni sui social network da esponenti italiani del gruppo Manif Pour Tous. Ancora in tanti, troppi coltivano il sogno di una comunità di persone gay lesbiche trans spaventate, nascoste, timorose di mostrare i loro volti e le loro famiglie: e ancora una volta noi non rispondiamo col vittimismo ma col protagonismo, con le relazioni con le altre vertenze e con l'elaborazione politica.
Ancora una volta rispondiamo col Palermo Pride: perché è ancora necessario non nascondersi e chiedere il pieno riconoscimento dei nostri Diritti contro le violenze e le discriminazioni di chi ha paura delle "differenze" e non sa vederle come una ricchezza. E' ancora necessario ed è questo che faremo il 28 giugno.
Arcigay Palermo
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