Un fotogramma dell'operazione realizzato dai CC |
Sgominata la nuova Cupola di Cosa nostra di Bagheria, dove la notte scorsa
i carabinieri hanno eseguito 31 fermi emessi dalla Procura antimafia. Sono
oltre cinquecento i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo impegnati
nel blitz, ancora in corso. In carcere capi e gregari del mandamento
mafioso di Bagheria,ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione
per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione,
rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di
incendio. Gli investigatori hanno completamente disarticolato il
mandamento di Bagheria, storica roccaforte di Cosa nostra. Insieme ai
reggenti dell’ultimo decennio del mandamento e delle famiglie mafiose di
Bagheria, Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia, sono stati tratti in
arresto “pericolosi uomini d’onore della consorteria mafiosa”, come dicono gli
inquirenti.
Le investigazioni, in particolare, hanno consentito sia di documentare l’esistenza
di un vero e proprio Direttorio di Cosa nostra, un organo decisionale
provinciale, sia di accertare l’esistenza allinterno della consorteria di un
vertice strategico, in gergo la testa dell’acqua, al quale doveva obbedienza
anche il reggente operativo del mandamento. Sono stati inoltre identificati
gli esecutori materiali dell’omicidio di Antonino Canu, avvenuto a Caccamo
il 27 gennaio 2006, e del tentato omicidio di Nicasio Salerno, a Caccamo il 23
agosto 2005. Le acquisizioni raccolte hanno, infine, consentito di documentare
ben 44 estorsioni, quattro danneggiamenti a seguito di incendio, una rapina e
una tentata rapina. Quattro i progetti di rapina sventati grazie all’intervento
preventivo dei carabinieri. In carcere, tra gli altri, Giuseppe Di Fiore e
Nicolo’ Greco, nomi noti agli inquirenti. Fiore, secondo i magistrati,
sarebbe il braccio operativo di Greco, considerato la ‘testa dell’acqua’.
Ma rispetto al passato, questa volta, i commercianti hanno deciso di
denunciare il ‘pizzo’. Non tutti, a dire il vero, ma almeno una ventina di loro
ha detto basta alle angherie di Cosa nostra. Nicolo’ Greco e’ il fratello di
Leonardo Greco, ex capo mafia di Bagheria. Tra i fermi anche Carlo Guttadauro,
fratello di Filippo e Giuseppe, capo decina di Aspra, che negli anni Novanta
reggeva i rapporti con il mondo dell’imprenditoria. Ad aiutare gli
investigatori anche due collaboratori di giustizia, due esponenti del
mandamento di Bagheria che hanno deciso di collaborare con la giustizia dopo
l’arresto, Sergio Flamia ed Enzo Gennaro.
Fonte: Siciliainformazioni.com
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