Nicola Alongi |
Nicola Alongi, dirigente del
movimento contadino prizzese dai Fasci siciliani al biennio rosso e martire
socialista, nasce a Prizzi il 22 gennaio 1863. Entra nell’agone politico e
sindacale nel 1893 seguendo il leader del Fascio di Corleone Bernardino Verro e
partecipando alla costituzione del Fascio di Prizzi assieme a Giuseppe Marò. Ma
è alla ripresa delle lotte contadine d’inizio Novecento, in occasione dello
sciopero agrario del 1901, che egli assume la direzione del movimento.
All’impegno politico unisce quello intellettuale leggendo da contadino appena
alfabetizzato i classici del socialismo e diventando corrispondente locale di
diversi giornali stampati a Palermo, da “La Battaglia” a “La Riscossa
Socialista” a “La Dittatura del Proletariato”. Nel primo dopoguerra realizza
sul campo assieme a Giovanni Orcel, segretario della Camera del Lavoro di
Palermo quell’unità di classe fra operai e contadini teorizzata da Antonio
Gramsci. La mafia agraria locale e i suoi padrini politici cercano di fermarlo
con le minacce e con l’uccisione del suo collaboratore Giuseppe Rumore. Ma
quell’uomo di grande fede e coraggio, che aveva chiamato tre dei suoi figli
Idea, Libero pensiero e Ribelle, decidono di eliminarlo uccidendolo il 29
febbraio 1920. Quell’eroe della Sicilia contadina non venne dimenticato: nel
secondo dopoguerra le masse contadine prizzesi guidate da Antonio Leone ne
seguirono l’esempio lottando strenuamente per l’applicazione dei decreti Gullo
e per l’attuazione della Riforma agraria. Alla fine degli anni sessanta diviene
l’icona politica delle nuove generazione della sinistra tradizionale e nuova.
Mancava solo un libro che ne raccontasse le lotte: a fine secolo
l’amministrazione comunale ha promosso la pubblicazione di un saggio biografico
dello storico Giuseppe Carlo Marino.
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