La manifestazione di Portella |
Nella mattinata del 1°
maggio, sono stati più di In 2500 i partecipanti al corteo che, dalla Casa del
Popolo, è arrivato fino al “sasso di Barbato”, luogo della strage di Portella
della Ginestra di 67 anni fa. Il lungo serpentone, con
le bandiere rosse e gli striscioni, era aperto dalla banda che
intonava le canzoni partigiane e del lavoro, seguita dai segretari della Camera
del lavoro di Palermo Maurizio Calà, della Slc Cgil Maurizio Rosso e dalla
segreteria nazionale Slc Cgil, guidata dal segretario generale
Massimo Cestaro. La Festa del Lavoro di giovedì a Palermo è stata dedicata ai
precari dei call center, dei teatri, delle orchestre e di tutti i settori
della conoscenza. Erano presenti al corteo, infatti, delegazioni di Fastweb, di
Almavia, di Telecom, di Accenture, di 4you, di H2g call, rappresentanti di
tecnici e artisti del Teatro Biondo e della Foss, Rsu e tecnici della Rai,
rappresentanze di ballerini, attori, artisti,
musicisti, postini.
Vincenzo Agostino a Portella |
«Occorre una legislazione di sostegno alla
contrattazione collettiva – ha detto Cestaro - che indichi soluzioni
al dilagare del precariato, sapendo che da solo il mercato del lavoro non
può garantire una risposta, se prima non arriva
una ripresa economica e non si fanno ripartire i settori produttivi».
A Portella c’erano anche i sindaci e i gonfaloni di Piana degli Albanesi, S.
Giuseppe Jato e S. Cipirello, i tre comuni coinvolti nella strage. A
sorpresa, è arrivato anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che
ha seguito la manifestazione fino alla fine, anche se contestato da un
gruppetto di “no muos” e da una operatrice della scuola.
L'intervento di Mario Nicosia |
Toccante l’intervento
iniziale di Mario Nicosia, uno dei sopravvissuti della strage di Portella, che
ha letto i nomi di tutte le vittime. «Vincenzina La Fata aveva appena 9 anni e
Giuseppe Di Maggio era solo un ragazzino di 13 anni…», ha detto tra le lacrime.
Non meno commovente la richiesta di «verità e giustizia» avanzata ancora una
volta da Vincenzo Agostino, papà del poliziotto Nino, assassinato insieme alla
moglie Ida (incinta) nel 1989. Antonio Fucarino, segretario della Camera del
lavoro di Piana, ha ricordato i caduti di Portella, inseriti nella “lunga
strage” di dirigenti sindacali della sinistra nel secondo dopoguerra. Maurizio
Calà ha voluto rilanciare la richiesta di riaprire il processo di Portella, attraverso
la desecretazione di tutti gli atti. Nella VI legislatura, infatti, sotto la
presidenza del democristiano Luigi Carraro, fu deciso di secretare per 50 anni
gli archivi e la documentazione delle prime tre commissioni d’inchiesta sulla
mafia. «La desecretazione di questo archivio, in contemporanea con l’analogo
proferimento sulle altre stragi, potrebbe fornire alla Magistratura inquirente prezioso
materiale per riaprire il processo», dice il senatore Nicola Cipolla, che è
stato membro delle prime commissioni antimafia.
Dino Paternostro
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