La Torre e Di Salvo assassinati il 30 aprile 1982 |
di Giuseppe Lumia
Oggi
ho partecipato alla commemorazione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo ed in
tarda mattinata sono intervenuto al Senato per chiedere al Parlamento, proprio
recuperando la lezione di La Torre, una "costituente antimafia"
ovvero una sessione dedicata sulla legislazione antimafia per fare un salto di
qualità nel contrasto alle mafie. Ecco la mia riflessione e il testo del mio
intervento in Aula.
Quello di Pio La Torre e Rosario Di Salvo non è un ricordo
scontato. Oggi è semmai un'occasione
preziosa per fare memoria e rinnovare il nostro impegno contro le mafie, per la
pace e per la crescita sociale, civile e culturale della nostra società.
Niente
nella vita di Pio è stato scontato. Il 416-bis, ovvero l’articolo del codice
penale che per la prima volta introduce nel nostro ordinamento il reato di
associazione mafiosa, era considerato un’eresia. Sì, gli esperti e molti politici
consideravano il 416-bis una norma al di fuori di ogni logica giuridica. Quanta
amarezza, quanti attacchi, quante difficoltà! Invece, il 416-bis è stato
un’architrave della lotta alla mafia. Succede ancora oggi tutte le volte che si
prova ad innovare la legislazione antimafia.
Stesso ragionamento sul sequestro e sulla confisca dei beni dei boss. Anche su questa parte della legge quante difficoltà, quanti
attacchi! Pensare di sottrarre i beni ai mafiosi veniva considerato un
esproprio ingiusto, l’eresia delle eresie. Invece, anch’essa si è rivelata
un’altra architrave portante della lotta alle mafie.
Due norme fondamentali che Pio La Torre propose e che non riuscì a
vedere approvate perché venne barbaramente assassinato da Cosa nostra, insieme
al suo autista ed amico Rosario Di Salvo, il 30 aprile del 1982. Qualche mese più tardi, il 3 settembre, fu ucciso il Generale
Carlo Alberto Dalla Chiesa, che con lui condivideva l'importanza strategica di
quelle norme. I due si conobbero a Corleone nell’immediato dopoguerra, durante
le indagini sull’omicidio di Placido Rizzotto, il sindacalista e socialista
ucciso dai cosiddetti corleonesi, con in testa Luciano Liggio. Sull’onda
emotiva di quegli omicidi il Parlamento approvò la legge il 13 settembre
dell’82. L’apoteosi dell’antimafia del giorno dopo.
La mafia è una minaccia alla democrazia. Le norme per combatterla devono essere coraggiose ed innovative.
E’ necessario discutere sulle cose da fare per migliorarle, ma guai ad
impantanarsi con argomenti conservatori e in qualche caso pretestuosi.
Così come non fu scontato l’impegno di Pio La Torre, in periodo di
guerra fredda, per la smilitarizzazione della Sicilia e per la costruzione
della pace nel Mediterraneo. Una stagione straordinaria
che molti di noi, giovani cattolici impegnati nell'associazionismo e nel
volontariato, apprezzammo e condividemmo con un impegno diretto. Ricordo la
raccolta delle firme contro l’installazione dei missili nella base militare di
Comiso e le manifestazioni per la pace. Ancora oggi questo impegno è attuale e
vivo per dare alla Sicilia un ruolo nel Mediterraneo di cooperazione e di
sviluppo. La Sicilia ha una vocazione che non può disperdere. Una vocazione che
va rilanciata per fare dell'Europa una risorsa di pace e di crescita economica
dell'intero Mediterraneo, dove si proliferano i conflitti e rimangono aperte le
domande di cambiamento e di democrazia.
Come non fu scontato per Pio La Torre l'impegno per il cambiamento
della politica. Incontrò innumerevoli
ostacoli e piuttosto che scendere a compromessi moltiplicò il suo impegnò per
combattere qualsiasi tipo di infiltrazioni mafiose. E ancora l'impegno
attualissimo per garantire il diritto all’acqua a tutti i siciliani. Il
rinnovamento della politica è una sfida ancora aperta, da far tremare i polsi,
da cui dipende la credibilità delle classi dirigenti che governano la società
italiana.
Ancora oggi, nonostante i numerosi passi in avanti fatti in questi
anni sul contrasto alle organizzazioni criminali e nonostante la crescita di
una coscienza antimafia l’approvazione di un pacchetto di norme antimafia che
faccia fare un vero salto di qualità non è per niente scontata.
In particolare non è scontato l’aumento delle pene per tutti i
reati di stampo mafioso, a partire dal 416-bis e dall'attualissimo 416-ter. Così pure l’introduzione del reato di autoriciclaggio,
l’inasprimento del carcere duro (41-bis), il miglioramento della gestione dei
beni confiscati alla mafia a fini sociali e produttivi, una adeguata e
rispettosa gestione dei testimoni di giustizia, l’approvazione di una legge
sulla corruzione davvero efficace … . Insomma, è necessaria una sorta di
costituente sulle norme antimafia su cui impegnare il Parlamento con una
"sessione dedicata", con il contributo delle
associazioni antimafia come Libera, il Centro Pio La Torre, la fondazione
Caponnetto, il Centro Impastato, le Università … e con il contributo della
Commissione Antimafia e delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Insomma,
una grand! e occasione per passare dall'antimafia del "giorno dopo" a
quella del "giorno prima".
Per questo non rinuncio ad impegnarmi per fare in modo che la
politica recuperi la lezione di La Torre: la lotta alla mafia è il principale
fattore di sviluppo e di crescita del Paese, per garantire diritti e libertà a
tutti i cittadini. È questo il modo migliore
per ricordare la testimonianza di Pio, Rosario e di tutti quegli uomini e
quelle donne che sono cadute per combattere le mafie.
Giuseppe Lumia
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUMIA (PD). Signor Presidente, vorrei ricordare che oggi sono in corso nel
nostro Paese, a partire dalla città di Palermo, tante iniziative per ricordare
Pio La Torre e Rosario Di Salvo, che furono uccisi il 30 aprile del 1982. Pio La Torre è stato un politico, un parlamentare, un uomo sano e
giusto, ed ebbe la grande intuizione di proporre al Parlamento due norme
fondamentali della lotta alle mafie; l'articolo 416-bis e,
altro aspetto altrettanto importante, l'aggressione ai patrimoni con il
sequestro, la confisca e il riutilizzo sociale e produttivo. Egli mostrò una
straordinaria capacità di cogliere la minaccia mafiosa come attacco alla
democrazia e anche come attacco all'economia e alla società. Fu anche un grande
esponente della Commissione parlamentare antimafia; ricordo che la sua
relazione di minoranza è ancora un testo validissimo, studiato e completo.
Oggi in tutto il nostro Paese è una giornata della memoria; altre
ne abbiamo avute e altre ne avremo. Penso però che debba essere anche la
giornata dell'impegno. Presidente, ho chiesto
quindi la parola per sollecitare - e lo farò anche attraverso il mio Capogruppo
- i Gruppi parlamentari a predisporre una sessione dell'Aula dedicata alla
legislazione antimafia. Ritengo infatti che il Parlamento sia pronto e debba fare
questo salto di qualità.
Abbiamo sino ad ora operato con l'antimafia del giorno dopo. Fu infatti il giorno dopo, il 13 settembre 1982, che quelle norme
vennero approvate. Non bastò la morte di Pio La Torre. Il 3 settembre cadde
anche il prefetto, generale Dalla Chiesa, che condivideva quelle norme con Pio
La Torre. Il Parlamento intervenne solo dopo.
Dobbiamo spostarci invece all'antimafia del giorno prima. Penso allora ad una sessione dedicata, come facciamo, ad esempio,
con la sessione finanziaria, dove si potrebbero raccogliere le istanze della
società civile organizzata. In questa giornata ha un ruolo particolare il
«Centro Pio La Torre», ma ricordo anche la «Fondazione Caponnetto», «Libera» e
tante associazioni che hanno un sapere elaborato e progettuale sulla
legislazione. Si potrebbe raccogliere il lavoro della Commissione parlamentare
e chiedere a tutti i Gruppi, dando un tempo congruo, di depositare le proprie
proposte di legge nelle Commissioni giustizia di Camera e Senato e, poi,
chiamare la Camera ad approvare quei testi che ci facciano fare un salto di
qualità.
Questo salto di qualità metterebbe in moto un entusiasmo senza
precedenti nel nostro Paese; sarebbe altresì un fattore di sviluppo senza precedenti, perché
legalità e sviluppo debbono procedere insieme, e sarebbe anche il modo per
prepararci ad altre giornate della memoria. Avremo infatti la giornata della
memoria dedicata a Falcone e alla strage di Capaci, a Borsellino e alla strage
di Via D'Amelio, il 3 settembre quella dedicata al generale Dalla Chiesa e
tanti altri momenti della memoria altrettanto importanti. Penso però che, oltre
a ricordare con le giornate della memoria, dovremmo passare all'impegno. Il
Parlamento, con la sua funzione istituzionale, dovrebbe produrre tale impegno
per consentire alla normativa antimafia di fare un salto di qualità con
quell'elaborazione che i Gruppi e la società civile hanno già in loro possesso. Potremmo
così finalmente rendere questo nostro Paese libero dalle mafie.
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