La folla festante al Barbera |
La lunga
notte del Palermo di ritorno in città dopo la trasferta di Novara è cominciata
al “Barbera”. Il primo ad affacciarsi alle finestre dello stadio davanti a
ottomila persone è stato Ujkani, poi lo speaker Massimo Minutella ha chiamato a
uno ad uno tutti i protagonisti della stagione rosanero cominciando proprio dai
portieri con Sorrentino fra i più acclamati. Ovazioni da record per Barreto,
Lafferty, Belotti e Iachini. L’allenatore del Palermo ha provato a difendere il
suo cappellino, ma alla fine ha ceduto e i suoi giocatori glielo hanno
strappato regalandolo alla folla in delirio.
Un tripudio di bandiere e fumogeni: la gente non si è lasciata scoraggiare nemmeno dalla pioggia che a un certo punto è iniziata a cadere incessante. Lo spiazzo antistante il “Barbera”, stracolmo all’inverosimile e, per la verità, non il massimo dal punto della sicurezza con vie di fuga e ingressi che corrispondevano, si è trasformato in una discoteca a cielo aperto con Morganella, fra i più eccentrici in quanto ad abbigliamento a torso nudo con uno zaino sulle spalle e una fascia arancione in testa, nelle vesti di dj.
Anche il tasso alcolico fra i giocatori era da serie A. Hernandez, con la collaborazione del vocalist Sorrentino, ha acchiappato il microfono e ha fatto saltare la folla al coro di “Chi non salta è catanese”.
Lafferty ha indossato una maglia nera celebrativa del ritorno in A dei rosanero che ha infiammato la piazza, ma il più acclamato è stato Troianiello. A lui la palma del mattatore della serata. Dal viaggio in pullman da Novara a Malpensa fino al “Barbera” si sarà strappato di dosso almeno una decina di magliette lanciando quello che ormai è diventato l’inno della festa rosanero. E i tifosi lo hanno seguito subito: lui ha gridato “Spartani, fatemi sentire il vostro urlo” e poi la folla ha risposto con “auh, auh, auh”.
Più di un’ora di festa che dallo stadio si è poi si è divisa in due. La squadra si ritrovata in un locale cittadino dove quasi tutti hanno ballato fino a tarda notte. I tifosi nuovamente in corteo con caroselli di auto e motorini armati di bandiere fino a piazza Politeama.
La Repubblica, 5 maggio 2014
Un tripudio di bandiere e fumogeni: la gente non si è lasciata scoraggiare nemmeno dalla pioggia che a un certo punto è iniziata a cadere incessante. Lo spiazzo antistante il “Barbera”, stracolmo all’inverosimile e, per la verità, non il massimo dal punto della sicurezza con vie di fuga e ingressi che corrispondevano, si è trasformato in una discoteca a cielo aperto con Morganella, fra i più eccentrici in quanto ad abbigliamento a torso nudo con uno zaino sulle spalle e una fascia arancione in testa, nelle vesti di dj.
Anche il tasso alcolico fra i giocatori era da serie A. Hernandez, con la collaborazione del vocalist Sorrentino, ha acchiappato il microfono e ha fatto saltare la folla al coro di “Chi non salta è catanese”.
Lafferty ha indossato una maglia nera celebrativa del ritorno in A dei rosanero che ha infiammato la piazza, ma il più acclamato è stato Troianiello. A lui la palma del mattatore della serata. Dal viaggio in pullman da Novara a Malpensa fino al “Barbera” si sarà strappato di dosso almeno una decina di magliette lanciando quello che ormai è diventato l’inno della festa rosanero. E i tifosi lo hanno seguito subito: lui ha gridato “Spartani, fatemi sentire il vostro urlo” e poi la folla ha risposto con “auh, auh, auh”.
Più di un’ora di festa che dallo stadio si è poi si è divisa in due. La squadra si ritrovata in un locale cittadino dove quasi tutti hanno ballato fino a tarda notte. I tifosi nuovamente in corteo con caroselli di auto e motorini armati di bandiere fino a piazza Politeama.
La Repubblica, 5 maggio 2014
(di Valerio Tripi, foto di
Franco Lannino / Studio Camera).
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