(AGI) - Palermo, 14 apr. - L'illegalità diffusa soffia sulla crisi,
imprigiona le imprese, distorce il mercato. La provincia di Palermo si
classifica ancora come un territorio "ad elevata intensità criminale e una
crescita medio-alta del fenomeno", tanto che le attività legali
riconducibili alla criminalità valgono circa il 10% del Pil provinciale. E' il
duro giudizio dell'Osservatorio economico della provincia di Palermo dell'Istituto
Tagliacarne e della Camera di commercio. Il territorio, in particolare,
evidenzia una "vulnerabilità sociale ed economica che rende la provincia
terreno fertile per la criminalità", la quale, nel territorio, si
distingue per l'esercizio "di tipo militare" di "un diffuso e
capillare controllo delle attività economiche, politiche e amministrative,
sviluppando contiguità con le imprese, le forze dell'ordine, la classe
dirigente, i professionisti".
La rilevazione tra le imprese segnala che il connubio tra mafia e politica,
secondo l'86% degli intervistati, ha alterato lo sviluppo del territorio; inoltre,
per quattro imprenditori su cinque (80,4%), anche la relazione mafia-imprese ha
inquinato le traiettorie di crescita socio-economiche. Cio' perchè, sempre
secondo gli imprenditori, le attività legali ascrivibili alle organizzazioni
criminali incidono sul Pil provinciale in misura del 10,8%. Parallelamente, si
è chiesto agli stessi imprenditori di stimare il contributo in termini
percentuali delle attività illegali alla formazione del Pil provinciale: tale
stima si attesta al 9,5%. I settori maggiormente interessati dalle interferenze
mafiose sono quelli delle costruzioni (77,8%) e dei lavori pubblici (65,2%),
seguiti più a distanza dal commercio (22,4%).
Le pratiche estorsive e usurarie, spesso connesse a atti minatori e
vandalici, sono i comportamenti criminosi ritenuti più gravi da oltre due
imprese su tre (68,8%); sull'usura in particolare le imprese non tacciono la
"potenziale" responsabilità di una pubblica amministrazione che paga
in fortissimo ritardo i propri debiti alle imprese. Ragionando sugli effetti della
presenza della criminalità organizzata in provincia di Palermo, gli
imprenditori affermano che tale fattore aumenta la concorrenza sleale (secondo
il 44,8% del campione); un imprenditore su tre, poi, attribuisce alla criminalità
la mancata crescita dell'occupazione (34,6%). Per contrastare l'illegalità, gli
imprenditori sottolineano l'importanza dell'approccio "repressivo",
ma anche di quello "preventivo", ovvero politiche per la coesione
sociale, "promozione del senso civico e della cultura della legalità, che
mirano soprattutto a sradicare la matrice socioculturale della criminalità".
(AGI)
Mrg/Mzu - 14 APR 14
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