Mario Ridulfo |
Palermo 1 aprile 2014 – “No allo
spacchettamento delle aziende confiscate ex gruppo Aiello senza un piano
industriale che riguardi tutta la confisca, che non comprende solo l’azienda
sanitaria ma anche le altre, le aziende edili”. Lo chiede il segretario della
Fillea Cgil di Palermo Mario Ridulfo, manifestando la preoccupazione per il
futuro delle aziende edili del gruppo Aiello confiscate, Ati
Group, Emar ed Ediltecnica e che in tutto inglobano circa 120 operai ed
impiegati edili e 15 metalmeccanici. Gli edili non staranno fermi a guardare.
Nei prossimi giorni sono previste un’assemblea alla Camera del Lavoro di
Bagheria e una protesta sotto la sede della Prefettura. “Non si può risolvere
solo un problema e lasciare morire tutto il resto. Bisogna ragionare in termini
di confisca e trovare anche soluzioni diverse per tutti i
lavoratori. Non accettiamo di essere considerati di serie B – aggiunge Ridulfo
– In questi lunghi anni di sequestro e confisca dobbiamo riconoscere solo
meriti all’amministratore Andrea Dara e al giudice Silvana Saguto. Purtroppo
non così alla Agenzia dei beni confiscati, che sulle aziende edili non ha
espresso alcuna idea progettuale”.
In questi anni con i cantieri aperti
l’azienda edile ha costituito l’ossatura della società. Ma i lavori finiranno
tutti quanti in estate e non ci sono altri appalti in vista. Da qui
la preoccupazione. Tra i cantieri in corso,il più grosso è l’ampliamento
della struttura di villa Santa Teresa. Gi altri sono l’ospedale di
Bronte, il mattatoio di Partinico e alcuni lavori al Policlinico.
“Ci sono stati anni in cui il con questi cantieri siano riusciti a traghettare
l’azienda. Tra l’altro una parte di ex edili è stata ricollocata nell’
struttura sanitaria: in trenta sono confluiti nell’azienda per
fare manutenzione e pulizia dei locali – continua Ridulfo - Se
nelle aziende edili non si programma una nuova attività questa estate
sorgeranno seri problemi”.
Palermo 1 aprile 2014 – “No allo spacchettamento delle aziende confiscate
ex gruppo Aiello senza un piano industriale che riguardi tutta la confisca, che
non comprende solo l’azienda sanitaria ma anche le altre, le aziende edili”. Lo
chiede il segretario della Fillea Cgil di Palermo Mario Ridulfo, manifestando
la preoccupazione per il futuro delle aziende edili del gruppo
Aiello confiscate, Ati Group, Emar ed Ediltecnica e che in tutto
inglobano circa 120 operai ed impiegati edili e 15 metalmeccanici.
Gli edili non staranno fermi a
guardare. Nei prossimi giorni sono previste un’assemblea alla Camera del Lavoro
di Bagheria e una protesta sotto la sede della Prefettura. “Non si può
risolvere solo un problema e lasciare morire tutto il resto. Bisogna ragionare
in termini di confisca e trovare anche soluzioni diverse per tutti i
lavoratori. Non accettiamo di essere considerati di serie B – aggiunge Ridulfo
– In questi lunghi anni di sequestro e confisca dobbiamo riconoscere solo
meriti all’amministratore Andrea Dara e al giudice Silvana Saguto. Purtroppo
non così alla Agenzia dei beni confiscati, che sulle aziende edili non ha
espresso alcuna idea progettuale”.
In questi anni con i cantieri aperti
l’azienda edile ha costituito l’ossatura della società. Ma i lavori finiranno
tutti quanti in estate e non ci sono altri appalti in vista. Da qui la
preoccupazione. Tra i cantieri in corso,il più grosso è l’ampliamento
della struttura di villa Santa Teresa. Gi altri sono l’ospedale di
Bronte, il mattatoio di Partinico e alcuni lavori al Policlinico.
“Ci sono stati anni in cui il con questi cantieri siano riusciti a traghettare
l’azienda. Tra l’altro una parte di ex edili è stata ricollocata nell’
struttura sanitaria: in trenta sono confluiti nell’azienda per
fare manutenzione e pulizia dei locali – continua Ridulfo - Se
nelle aziende edili non si programma una nuova attività questa estate
sorgeranno seri problemi”.
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