NICOLA BOCCOLA
Oscillazione
del Dow Jones, incassi dei film al botteghino ma anche previsione di risultati
elettorali e di possibili colpi di stato: la nuova frontiera del marketing si
chiama Sentiment analysis, la lettura emozionale dei milioni di messaggi, post,
tweet che ci scambiamo ogni giorno, finalizzata in una prima fase al
rilevamento della reputazione dei marchi e dell’efficacia pubblicitaria, ed ora
ad un più generale nowcasting e forecasting di intenzioni e comportamenti individuali. I big data che scaturiscono
dall’attività dei milioni di utenti dei social network costituiscono una sorta di dinamico e permanente sondaggio
demoscopico che fa gola a corporazioni e governi: gli analisti hanno smesso i
panni di annusatori d’aria e preso a esaminare sistematicamente gli attributi -
positivo negativo o neutro - che emergono dalle parole chiave immesse
nell’agorà virtuale, grazie a una varietà di software disponibili.
Programmi non più basati sulla forza bruta, come il
mero calcolo della ricorrenza di parole dense nei nostri messaggi o di ricerche
Google, ma in grado di aggirare le insidie linguistiche grazie alla
supervisione umana. In Italia è particolarmente attivo il gruppo Voices from
the blog, nato nel 2012 come spin-off dall’Università di Milano grazie agli
accademici Curini, Iacus e Ceron, recentemente in luce per l’analisi della felicità espresso nei tweet provenienti dalle
province italiane da cui emerge, ad esempio, che si è più felici al sud e
vicino al mare e meno nelle grandi città. Il loro segreto è nel software iSA
che permette una precodifica umana su un limitato campione di un migliaio di
tweet, grazie alla quale i testi sono ridotti a stilemi, parole o radici
ricorrenti nella sfera che si va ad analizzare, che faciliteranno il lavoro di
scoring. Nelle loro analisi su Twitter, social network d’elezione per via
della percentuale di profili pubblici consultabili attraverso lo streaming API
(Application Programming Interface), sono giunti a risultati sorprendentemente
vicini a quelli di statistiche ufficiali sulla percentuale di favorevoli al
ritorno alla lira in Italia, attestato attualmente intorno al 50%. Altri studi
internazionali asseriscono di poter individuare le variazioni del prezzo
dell’oro, del petrolio e dei tassi di cambio in base al sentiment espresso nei
siti specializzati, mentre la Banca di Inghilterra ha previsto le variazioni
nel mercato immobiliare sulla base dei dati delle ricerche su Google. E se
dall’americana Cornell University fanno sapere di essere in grado di prevedere
vendite di libri e incassi al botteghino dei film, si discute di misurare i
dati auditel attraverso volume e sentiment dei commenti in rete, dopo che
l'analisi dei tweet aveva centrato ogni previsione sulle eliminazioni e sul
vincitore del talent America Idol. Facebook ha
deciso di recuperare terreno mettendo a punto una task force per costruire un
sistema di intelligenza artificiale in grado di offrire in bacheca contenuti
più in armonia col proprio mood imitando l’attività dei neuroni, proprio mentre
la strana coppia formata da CIA e Google ha elaborato il progetto Recorded
Future per analizzare siti web, blog e account Twitter e cercare correlazioni
tra persone, organizzazioni ed eventi, traendo spunto da uno studio di Radinsky
e Horvitz in base al quale utilizzando un mix di fonti si sarebbero potute
prevedere le rivolte in Tunisia, Egitto e Libia e la stabilità in Arabia
Saudita. Chi non è spaventato da una deriva psicopoliziesca può guardare con
più serenità alle possibili applicazioni benigne: le istituzioni potrebbero
trarre consigli e indicazioni aumentando la loro responsiveness, ovvero la
capacità di rispondere alle preferenze dei cittadini. Come accaduto a Milano
all’epoca dell’introduzione dell’Area C: in quell’occasione Voices from the
blog ha fornito all’amministrazione comunale i dati sulla drastica riduzione
del gradimento dei cittadini dovuto agli scarsi benefici in termini di
inquinamento e traffico, portando a una cambiamento nella comunicazione e a una
prudente retromarcia. Il futuro sarà e-democratic?
www.treccani.it, 15.4.14
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