Palermo 6 marzo 2014 – “Per un mese e mezzo non ho mandato mia figlia a scuola, studentessa del primo liceo dell’istituto professionale alberghiero Pietro Piazza di Corso dei Mille. Da casa era troppo distante. E, soprattutto, non avevo i soldi, oltre che per l’autobus, nemmeno per comprarle i libri”. Così ha dichiarato questa mattina Enrico Accardi, disoccupato edile di 48 anni, al congresso della Fillea Cgil di Palermo al San Paolo Palace, durante il quale è giunta la testimonianza di tanti carpentieri specializzati senza lavoro, che fanno parte dei “comitati di disoccupati” in cerca di lavoro organizzati dalla Fillea. “Qualche mese fa mi sono ritrovato con 1,50 in tasca. Prendevo il pane al panificio e non lo pagavo, fingendo di essermi scordato a cada il portafogli. Per un mese ho girato tutti i panifici della città in questo modo.
Quando ho avuto i soldi della disoccupazione ho saldato il mio debito con tutti. Ormai a casa mangiamo sempre e solo pasta: cerchiamo di unificare pranzo e cena con un solo pasto, alle 17.30”, aggiunge Accardi, che quando è senza soldi cerca delle alternative. “La sera mi piazzo davanti ai pub e guardo le macchine. Prendo quello che mi danno. Devo pagare sei mesi di affitto. Al Comune mi hanno detto di rivolgermi alla Caritas”. Ci sono state anche le testimonianze di operai che lavorano. Di questo tenore: “Da cinque anni lavoro alla “Cefalù 20”, per l’appalto del raddoppio Fiumetorto-Ogliastrillo. In questo momento stiamo lavorando molto a rilento: da tempo non buttiamo più per terra un grammo di cemento- ha raccontato Angelo Benigno, 56 anni, che è rientrato in Sicilia dopo 30 anni in giro nei cantieri italiani - Stiamo tutto il giorno ad aggiustare la rete di sicurezza del cantiere. I soldi però ci arrivano: ci pagano sempre. Ma l’impresa ha comunicato che vuole tagliare tutti e 40 gli operai”.
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