L'assessore alle risorse agricolo Dario Cartabellotta |
di SALVATORE PARLAGRECO
Assessore Dario Cartabellotta, le risorse agricole ed alimentari sono un settore di nicchia. Da dove viene il suo ottimismo?
Assessore Dario Cartabellotta, le risorse agricole ed alimentari sono un settore di nicchia. Da dove viene il suo ottimismo?
“No, non è un settore di nicchia, ma
l’esatto contrario. Però capisco che si possa crederlo: la politica tracima, il
confronto istituzionale è intenso, l’emergenza è quotidiana. Siamo alla vigilia
di grandi cose…”.
La Sicilia diventerà ricca grazie ai prodotti
della terra, all’enogastronomia. Le pare possibile? Sembra un’utopia…
“E invece è una visione corretta della
realtà. E’ la valutazione di un tecnico, questo è il mio campo, il mio
mestiere…”.
No, non lo scordo, ma lei deve
convincermi.
“Capisco, l’agricoltura è stata
considerata il parente povero, sinonimo di depressione. Abbiamo vissuto la
stagione dei lavori pubblici, dell’industria e siamo a questo punto. Se
avessimo puntato sulle risorse agricole? Ora dobbiamo lasciarci alle spalle il
passato, facendo tesoro dell’esperienza. Bisogna proporsi traguardi ambiziosi:
non è un esercizio di ottimismo, è una strategia. Occorre gettare il cuore
oltre l’ostacolo, uscire dal giardino di casa, confrontarsi con il mondo,
allargare l’orizzonte…”.
Ecco, vede, parla da visionario. Mi scusi,
ma…
“Capisco, lei si sbaglia. Le mie sono
intenzioni, competenze, parlo di cose che conosco. Non ho la bacchetta magica,
ma non lavoro in solitudine. Siamo alla vigilia di grandi cose, di un
appuntamento importante, per la Sicilia un’occasione irripetibile. Se ci
sappiamo fare…”.
… Diventeremo ricchi.
“Potremo uscire dal cono d’ombra, questo
sì: l’Expo ci offre la possibilità di uscire dalla minorità e mostrare
quel che sappiamo fare in un contesto internazionale. Venti milioni di
visitatori, sei mesi, personaggi influenti. Una straordinaria vetrina. La
Sicilia sarà presente due volte: nel padiglione italiano ed in quello del
Mediterraneo, dove occuperà il centro, perché noi siamo lì anche nella realtà,
al centro. Svolgeremo un ruolo di coordinamento. L’Expo è stato finora
l’appuntamento planetario della tecnica e della scienza, stavolta propone un
messaggio civile: nutrire il pianeta, energia della vita. E qui siamo
imbattibili, abbiamo chance. E’ la terra ed il cibo che sfamano il
pianeta, e noi siamo al centro di tre continenti, europeo asiatico e africano.
La nostra è una biodiversità fisica ma anche…culturale. In Sicilia c’è il
Libano, la Spagna, la Grecia, la Francia, la Libia…Tutto”.
E questo ci farà ricchi?
“Ci giocheremo la carta migliore, il “Born
in Sicily” è un’idea condivisa anche dai nostri partner internazionali. La
globalizzazione tutela le identità, non le uccide, l’hanno capito. La qualità
dei nostri prodotti è eccellente, la nostra cultura gastronomica imbattibile.
Esporteremo prodotti ed importeremo turismo. L’Isola è una meta low cost. “Born
in Sicily” avrà un ritorno nel territorio, la filiera corta grazie alle
tecnologie strapperemo dall’isolamento i piccoli produttori, che subiscono la
sudditanza della grande distribuzione. Scendiamo in campo con una squadra che
può vincere i mondiali”.
Il team ha nomi, prodotti, strategia…
“Bisogna fare squadra, fare sistema,
lavorare duramente, lontano dai riflettori”.
Full time assessore, e le Europee sono
alle porte. Lei sarà invitato a candidarsi.
“No, sono un tecnico e resto tale, non mi
candido…”.
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