lunedì, marzo 10, 2014

Congresso dello Spi-Cgil Palermo a "Città del mare"

Maria Concetta Balistreri
«A Palermo, il 30 per cento dei pensionati con la pensione minima di 500 euro al mese, che spesso funge da ammortizzatore sociale per figli o nipoti». La relazione del segretario spi cgil Palermo Maria Concetta Balistreri
Palermo 10 marzo 2014 – Si è aperto questo pomeriggio all’Hotel Città del Mare di Terrasini il XV congresso dello Spi Cgil di Palermo. I lavori sono introdotti dalla relazione del segretario dello Spi Cgil di Palermo  Maria Concetta Balistreri. A seguire l’intervento del segretario Cgil Palermo Maurizio Calà. Domani mattina interverranno il segretario generale Spi Cgil Sicilia Saverio Piccione e il segretario nazionale Spi Cgil Ivan Pedretti.    Un congresso che si svolge dopo 96 assemblee svolte nelle leghe a cui hanno partecipato 7.551 pensionati e 14 congressi di distretto con 852 delegati, di cui 319 donne. Alle assemblee hanno votato 23.952 pensionati, parti al 57,14 per cento degli iscritti: al 99,59 per cento hanno scelto il primo documento congressuale “Il lavoro decide il futuro”.

    Al congresso dello  Spi Cgil a Palermo, che conta 43.250 iscritti, tanti i temi sul tappeto al centro dell’attenzione di una platea di 162 delegati.  Pesantezza della crisi, diminuzione  del potere d’acquisto delle pensioni, servizi per gli anziani  che scarseggiano dopo la riduzione della spesa sociale nei Comuni, per i tagli ai trasferimenti. «Se guardiamo ai redditi dei pensionati,  oltre il 30 per cento  di essi ha una pensione integrata al trattamento minimo di 500 euro mese,  e per la maggior parte sono donne che percepiscono il trattamento di reversibilità. Eppure - ha detto Maria Concetta Balistreri -  di questi tempi anche i pensionati al minimo hanno costituito un ammortizzatore sociale, spesso l’unico, per i  nipoti e sempre più frequentemente per i figli che hanno perso il lavoro e che, finito il trattamento di disoccupazione, grazie alla riforma Fornero, sono troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per un nuovo lavoro».       
     Diritti sociali, tutela delle fasce deboli della popolazione, sostegno ai redditi bassi,          pieno utilizzo delle risorse per la non autosufficienza:  queste alcune delle richieste  dello Spi Cgil  nei confronti dei comuni. «Pur consapevoli delle incertezze finanziarie, ribadiamo  la necessità di un confronto sulle politiche di bilancio con le amministrazioni comunali. Lo Spi chiede la definizione di  accordi per introdurre forme di progressività nel prelievo fiscale locale a salvaguardia del potere di acquisto delle pensioni e dei salari più bassi, perché non siano sempre gli stessi a pagare per i tagli di bilancio.  E rivendichiamo il riconoscimento del ruolo di rappresentanza sociale dei cittadini intesi come titolari di diritti sociali e civili».
     In campo sanitario lo Spi Cgil denuncia la persistenza di lunghe liste d’attesa per le prestazioni e costi troppo alti per gli anziani. «Spesso i pensionati rinunciano alle cure non potendole sostenere economicamente - dice il segretario Spi Cgil di Palermo Maria Concetta Balistreri - Lo Spi continuerà il suo impegno per chiedere  all’amministrazione regionale che ciascun cittadino, a prescindere dalle proprie condizioni economiche, possa vivere ed essere curato con professionalità e competenza. Così come rilanciamo la necessità di una legge regionale sulla non autosufficienza, per la quale sono state raccolte 120 mila firme con una grande campagna di mobilitazione unitaria dei sindacati dei pensionati».


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