Gino Ridulfo, segretario Fisac-Cgil (il 4° da sinistra) |
Palermo 25 febbraio 2014 – Confermato all’unanimità al congresso della Fisac Cgil di Palermo il
segretario uscente Gino Ridulfo, che ha richiamato la categoria a un impegno di
denuncia. “Non dobbiamo avere paura come categoria di denunciare gli intrecci di potere e malaffare, non
dobbiamo sottacere la responsabilità dei top management né le loro scandalose retribuzioni - ha
dichiarato Ridulfo - Occorre avviare una
campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’effettivo costo del
lavoro, denunciando le retribuzioni dei grandi manager e il sistema dei bonus.
Il sindacato deve dire la sua e deve essere una critica feroce verso un sistema
e una elite che ha stravolto l’etica e fatto ingenti danni”.
Il segretario della Cgil di Palermo ,
Maurizio Calà, nel suo intervento ha puntato il dito sulla fuga di una parte
delle aziende di credito che hanno trasferito le sedi legali fuori dalla
Sicilia e sui rubinetti sempre più
chiusi per famiglie e imprese. “Basta fare un giro negli uffici: in molte
banche pezzi di lavorazione sono andati via e difficilmente saranno
rimpiazzati. Col governo dobbiamo
avviare una discussione sul sistema
creditizio in Sicilia, riaprendo la discussione sul mediocredito
e riavviando il dialogo con le aziende che non possono limitarsi a
raccogliere in Sicilia i risparmi ma
devono anche investire su questa terra - ha detto Calà - Credito, legalità e sviluppo sono per noi
questioni centrali. Per questo con la Fisac continueremo a portare avanti i
progetti di trasparenza e le
iniziative contro l’evasione fiscale,
sulla tracciabilità e sull’utilizzo del denaro contante, per riaffermare il
ruolo del credito e la trasparenza del sistema”. “L’altro compito da svolgere - ha aggiunto
Calà - riguarda il ruolo del sindacato e
la capacità del sindacato, che è sempre riuscito ad alimentare dibattiti,
raccogliendo dal basso le idee migliori.
Questo deve servire anche a recuperare quel rapporto di fiducia venuto
meno che legava il lavoratore bancario
alla clientela, oggi in larga misurata
sfiduciata”.
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