Ignazio Cutrò |
Ma da vicesegretario del PD è l’onere
della risposta quello che devo a quest’uomo che ha rischiato tutto e rischia
ancora per essere onesto. Perché sono gli esempi di onestà quelli che cambiano
il costume sociale, e che indicano la via ai ragazzi, ai giovani, a tutti.
Pertini diceva che ai giovani servono esempi, non sermoni. In questi anni il senatore
Lumia e altri esponenti del PD siciliano sono stati attivamente a fianco di
quest’uomo, adesso questo sostegno dobbiamo rilanciarlo aiutandolo
concretamente ancora una volta. Non con una sorta di elemosina, ma con
l’applicazione delle leggi che ci sono e che rimangono incompiute. Ignazio non
chiede nulla altro che essere messo nelle condizioni di lavorare e rilanciare
la sua impresa, condizione che potrebbe facilitarsi con la definizione del
decreto attuativo sulla legge dei testimoni di giustizia al quale manca solo
una firma.
Solleciterò la commissione antimafia
siciliana e quella italiana facendomi portavoce di questa richiesta e
affidandola a Fabrizio Ferrandelli e a Davide Faraone, deputati regionali e
nazionali, componenti di entrambe le commissioni. Contemporaneamente mi chiedo:
è possibile attivare l’istituzione di un fondo, statale o di associazioni che
vogliano farsi avanti, a favore del sostegno agli studi universitari per i
figli dei testimoni di giustizia che si trovino in difficoltà economiche?
Quanti saranno questi ragazzi? Cinque, dieci? Non di più, anche se Ignazio ha
dichiarato che non vuole null’altro che essere messo nelle condizioni di
lavorare. Ancora: è possibile che piccole percentuali dei fondi a disposizione
di fondazioni, associazioni antimafia o di settore, siano obbligatoriamente
destinate a prestiti una tantum senza interessi alle famiglie dei testimoni di
giustizia che si trovano in difficoltà? Il cambio di verso in Sicilia e in
Italia si attua attraverso i fatti, come spesso ripete Matteo Renzi.
I fatti competono alla politica e la
politica onesta è la politica capace di dare risposte e fatti, appunto, non
solo sostegno o solidarietà, anche e soprattutto a chi decide coscientemente di
mettere a rischio la propria vita per vivere e testimoniare l’onestà. Ignazio
da anni interpreta il verso giusto dei siciliani onesti, che sono tanti. Ho il
libro di Ignazio sulla mia scrivania, vorrei non fosse solo la sua storia ma la
nostra storia. Ignazio ha vinto la sua battaglia di testimonianza, personale e
sociale, ma le persone e la società fanno un tutt’uno con lo Stato, e dovranno
fare un tutt’uno con una politica diversa. Se non riceve sostegno attraverso
provvedimenti politici precisi, prendere i quali è il nostro compito, chi perde
siamo noi, chi perde è la politica, nel rappresentare una distanza non
un’istanza sociale fondamentale dal punto di vista simbolico e reale".
Mila Spicola, vicesegretario del PD Sicilia
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