martedì, febbraio 25, 2014

Lumia (Pd): "Il governo Renzi inizia la navigazione..."


Giuseppe Lumia
Il Governo Renzi con il voto di fiducia al Senato molla gli ormeggi per iniziare una navigazione difficile. Le insidie sono tante ed i rischi altissimi, ma si tratta di una sfida vera per cambiare il Paese che va vissuta, incoraggiata e partecipata. C'è molta attesa, non mancano le discussioni ed anche una certa dose di scetticismo. Non dovremmo essere impreparati. Le idee di Renzi, da anni, camminano nella società italiana con protagonisti e percorsi diversi e negli ultimi mesi sono diventate una sorta di idea-progetto anche del Partito Democratico. Le primarie gli hanno dato, inoltre, una forte legittimazione democratica. Adesso Renzi, diventato premier, d! ovrà misurarsi con la sfida delle sfide: produrre un'azione di Governo con una portata operativa tale da cambiare finalmente il Paese, lasciarsi alle spalle la crisi e con essa il disastro della cosiddetta seconda Repubblica.

 Da tempo sostengo che è stato micidiale nascondere la crisi agli italiani, ricorrendo ad un approccio paternalista o addirittura negazionista che ci ha resi impreparati e deboli. Così la crisi mondiale si è abbattuta come un uragano su di un Paese già di per sè fragile, con un apparato produttivo privo da diversi anni di una politica industriale innovativa, con un livello occupazionale giovanile e femminile bassissimo, con un debito pubblico tra i più alti al modo e con livelli di ingiustizia sociale, economica e territoriale diventati sempre più insopportabili.
 Per quanto mi riguarda, non vanno mai dimenticate due altre piaghe: i livelli di corruzione e la presenza mafiosa. Basti guardare i dati economici: 60 mld i costi della corruzione, 140 mld il fatturato delle mafie. Cifre molto eloquenti.
 Adesso abbiamo di fronte due modi per affrontare la crisi e soprattutto provare ad uscirne. Il primo è tutto difensivo, tipico di un approccio culturale regressivo e politicamente conservatore: la crisi c'è e come è arrivata andrà via, compito della politica e della società è solo quello di limitare i danni. Alla fine il Governo Monti e, per certi versi, lo stesso Governo Letta sono stati trascinati via via dentro questa idea riduttiva, che ha tolto energia vitale ad un Paese che ha bisogno di fare uno scatto in avanti e avviare un cammino inedito sul piano della crescita economica ed occupazionale.
C'è un altro modo per affrontare  la crisi che va valorizzato e reso azione di Governo: se la crisi è strutturale ed epocale, vanno fatte scelte e riforme che nella storia di un territorio e di un Paese non sono mai state fatte. In sostanza, bisogna far emergere un'altra idea di crisi, una crisi considerata come opportunità e risorsa per cambiare, un'idea opposta a quella regressiva, culturalmente dinamica e politicamente progressiva. Con questo approccio potrà spiccare il volo il Governo Renzi.
 Il fattore tempo in questa sfida non è una variabile da poco. Ha ragione Renzi: i primi mesi del nuovo Governo saranno decisivi. In sostanza, bisogna convincersi che il primato va dato al cambiamento immediato. Prima le riforme economico-sociali che puntino subito sulla crescita e l'occupazione. Prima le riforme sulla burocrazia e sul funzionamento delle Istituzioni per liberare la società da forme di intermediazione che spesso bloccano le imprese, ossessionando la vita dei cittadini e aprendo la strada alla corruzione. Prima la riforma fiscale perchè la pressione è diventata insopportabile per le imprese ed i lavoratori. Prima la riforma della giustizia per puntare sui diritti dei cittadini e non per tutelare i potenti e, aggiungo, per far fare un salto di qualità alla lotta contro la corruzione e le mafie. Su queste sfide storiche il Governo Renzi dovrà forgiare la coa! lizione e gestire le contraddizioni politiche, che pur ci sono. La politica deve riconquistare la fiducia dei cittadini e creare un clima di condivisione sui grandi obiettivi strategici dell’Italia.
 Il fattore tempo delle riforme sarà ancor più decisivo perchè fin da subito ci saranno due banchi di prova che possono dare slancio e far decollare l'azione di Governo, oppure bloccarla ed impantanarla, come è avvenuto per gli ultimi due Esecutivi. Le elezioni europee, come banco di prova per misurare un primo consenso all'azione di Governo e per stabilire quale idea di Paese vogliamo inserire in quell’altro decisivo banco di prova: la gestione del semestre europeo a guida italiana. L’Europa, infatti, va cambiata e trasformata in spazio di crescita produttivo e occupazionale, di uguaglianza economica e sociale, di lotta alle mafie  e alle povertà per superare le diffuse ingiustizie sociali e territoriali.
 Il PD con il suo giovane premier è oggi alla guida del Governo. Non ci sono più alibi, la responsabilità è chiara e diretta. Sappiamo tutti che la seconda Repubblica ha fallito e con essa tutti i vari Governi che si sono succeduti in questo ventennio. Sono naufragati i tentativi dei Governi di centrodestra, ma anche quelli di centrosinistra. Quest’ultimi, pur facendo meglio, non sono riusciti nella loro missione, deludendo molte attese. L'antipolitica è diffusa, così pure  l'apatia ed il disinteresse che si manifestano nella astensione dal voto e dalla vita politica. La terza Repubblica non dovrà fare gli stessi errori della Seconda. Deve partire con il piede giusto, ecco perchè la sfida del Governo Renzi non può essere vissuta all'interno del PD e della società come la sfida dell'"io", l'"io" risolutore e messianico. Il PD dovrà fare in modo! che questa diventi la sfida del "noi", del "noi" partecipato e progettuale, capace di coinvolgere i territori, i movimenti innovativi, come Il Megafono in Sicilia, e la stessa società civile organizzata, l’universo del volontariato e dell'associazionismo. Il mondo sociale, quello delle imprese e delle organizzazioni sindacali vanno coinvolti in questa sfida affinchè mettano al servizio del Paese ciascuno la propria cultura progettuale e innovativa, per far si che diventi la sfida del "noi" partecipato, aperto e pronto al cambiamento, anche il più radicale possibile.

Giuseppe Lumia

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