Don Marcello Cozzi |
Lettera aperta di don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera,
agli imprenditori calabresi (dal sito www.libera.it)
Quando Pietro ci chiese aiuto era terrorizzato, rassegnato, senza
prospettive. Eravamo per lui l’ultima spiaggia. Probabilmente non per ritrovare
una vita normale: dentro di sé, forse, sapeva che nulla sarebbe stato più come
prima e che nessuno gli avrebbe più restituito la tranquillità di un tempo. Ma
almeno riprendersi la dignità violata, quello si; almeno recuperare quel senso
di umanità da troppo tempo calpestata dalla prepotenza e dall’arroganza
mafiosa. Almeno questo!Non fu difficile convincerlo alla denuncia. Il resto
venne da se: le indagini, gli arresti, la protezione immediata, e oggi la
libertà ritrovata. Si, proprio così: libertà; non importa se per ricominciare a
vivere è dovuto andare fuori dalla sua terra, non importa se da qui in poi
incontrerà inevitabili e complicati intoppi burocratici e non importa neanche
se un giorno ritornerà. Importa, invece, che lui la mafia l’ha messa sotto i
piedi, che gli è bastato fare nomi e cognomi, che i suoi aguzzini a
vederli oggi in un’aula di tribunale sembrano più cani allo sbando che lupi
inferociti. Importa, insomma, aver dimostrato che delle Istituzioni ci si può
fidare e che i mafiosi non sono invincibili!
Negli ultimi due anni, in Calabria, attraverso i nostri sportelli SOS Giustizia
a Reggio e a Catanzaro, abbiamo incrociato almeno una sessantina di storie
simili a quella di Pietro; qualcuno ha voluto rimanere nell’ombra con il suo
terrore consegnandoci il bagaglio pesante di nomi scomodi, altri ci hanno
chiesto una mano dopo che avevano già denunciato e altri ancora ci hanno
chiesto di essere accompagnati alla denuncia. A dimostrazione che ribellarsi si
può, che certi nomi non sono poi così impronunziabili, che l’arroganza di quei
criminali – dai Mancuso ai Trapasso, dai Grande Aracri ai Crucitti ai Cordì – è
solo la maschera violenta dietro cui nascondono una vigliaccheria sconcertante.
E che c’è una Calabria bella e coraggiosa che va sostenuta e accompagnata. I
tanti imprenditori vessati in silenzio da quella volgare prepotenza, quei
commercianti annullati nel loro intimo da quella feroce presenza, vengano a
farsi un giro nei tribunali quando i mafiosi sono alla sbarra, vengano a vedere
come si riduce questa gente quando qualcuno li denuncia. Vengano a toccare con
mano che fine fanno i lupi che gli sbranano la vita. Certo, sappiamo che non è
facile. E neanche semplice. Sappiamo che non sempre i tempi del vostro riscatto
coincidono con i tempi delle risposte che giustamente vorreste, ma sui volti di
Pietro, di Giovanni, di Paolo, di Tiberio, e di tanti altri, oltre alla fatica
degli immancabili problemi intravediamo sempre più marcati i tratti di una
dignità ritrovata e di una libertà riconquistata.
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