Alberto Castiglione sul set di "A testa alta" |
Inserito tra
i 100 siciliani emergenti da Sicilia Informazione, Alberto Castiglione ha
la passione per il genere documentaristico nelle vene. Dal 2002, anno di uscita
del suo primo documentario, sono passati 11 anni, ha prodotto nove opere di
grande successo e vinto premi internazionali. Adesso, il giovane
regista palermitano torna dietro la macchina da presa con "A
testa Alta", un’opera cinematografica per non dimenticare gli importanti
avvenimenti storici siciliani, un legame tra il passato e il presente,
un’esortazione a combattere per i diritti.
Dopo la
storia di Aldo Moro, in "A testa Alta" racconta i fatti che portarono
alla morte di Placido Rizzotto ed Epifanio Li Puma. Scelte non facili per un
documentario. Cosa l'ha spinta a raccontare questa storia?
«La mia
filmografia è da sempre stata contrassegnata da scelte di questo tipo, cioè di
storie e biografie "forti" dal punto di vista sociale e politico,
ritengo che il cinema in tal senso possa offrire innumerevoli stimoli e
provocare reazioni importanti negli spettatori. Credo nella funzione politica,
nel senso più ampio e nobile del termine, dell'arte in generale, nella
rigenerazione culturale che è crescita civile, proprio partendo dalla memoria
di una città, di una regione e di un'intera nazione. L'alchimia che porta
poi un autore su un tema è davvero strana, sempre sconosciuta, ed è bene
che rimanga tale».
Qual è la
trama di “A testa Alta”?
«"A testa alta" é un film sulle lotte sindacali in Sicilia nel secondo dopoguerra, tra gli anni 1946-1949, anni cruciali non soltanto per la nostra Regione ma in generale per l'Italia. Si usciva dal disastro della seconda guerra mondiale, e proprio in quel mondo contadino, tra quelle persone, forte era la spinta di libertà e di ricostruzione, proprio attraverso azioni di civiltà democratica, come l'occupazione delle terre promosse dal famoso Decreto Gullo, legge che ripartiva di fatto le terre ai contadini, strappandole al potere secolare dei baroni che comandavano su quelle stesse terre e sulle vite dei contadini che le coltivavano, con la complicità della violenza mafiosa. In questo mio film voglio da un lato raccontare quelle vicende, in modo del tutto autorale e personale, ma al tempo stesso creare un ponte col presente, mostrando quali persone, associazioni, gruppi oggi proseguono le stesse lotte per cui hanno perso la vita tanti coraggiosi sindacalisti in quegli anni».
«"A testa alta" é un film sulle lotte sindacali in Sicilia nel secondo dopoguerra, tra gli anni 1946-1949, anni cruciali non soltanto per la nostra Regione ma in generale per l'Italia. Si usciva dal disastro della seconda guerra mondiale, e proprio in quel mondo contadino, tra quelle persone, forte era la spinta di libertà e di ricostruzione, proprio attraverso azioni di civiltà democratica, come l'occupazione delle terre promosse dal famoso Decreto Gullo, legge che ripartiva di fatto le terre ai contadini, strappandole al potere secolare dei baroni che comandavano su quelle stesse terre e sulle vite dei contadini che le coltivavano, con la complicità della violenza mafiosa. In questo mio film voglio da un lato raccontare quelle vicende, in modo del tutto autorale e personale, ma al tempo stesso creare un ponte col presente, mostrando quali persone, associazioni, gruppi oggi proseguono le stesse lotte per cui hanno perso la vita tanti coraggiosi sindacalisti in quegli anni».
Le riprese
sono iniziate a Petralia Soprana. Quali altri comuni del palermitano toccherà
il film?
«I comuni
coinvolti come set di ripresa sono: Corleone, Petralia Soprana, Giuliana e
Piana degli Albanesi. Prossimamente torneremo a Giuliana dove ricostruiremo
Portella delle Ginestre».
Lello
Analfino è stato riconfermato come attore dopo aver preso parte al suo ultimo
documentario. Com’è il rapporto tra voi due e com’è lavorare sul set con il
leader dei Tinturia?
«Lello
Analfino è stato una scoperta per me, non come musicista ovviamente, da quel
punto di vista lo conoscevo, ma sono fiero di averlo incoraggiato, dandogliene
possibilità, ad approfondire e a lavorare su questo suo enorme talento da
attore: quel suo aspetto comico e tragico allo stesso tempo e quella capacità
di interpretare, di far vibrare le parole sono caratteristiche che
perfettamente si sposano con i personaggi a cui do vita nel film. Un vero
artista, sensibile e umile, spero che anche il pubblico lo apprezzerà».
OGGIMEDIA.IT
MARTEDÌ 19 NOVEMBRE 2013
16:37
Fonte foto: Ufficio Stampa Koinè Film
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