Rosario Crocetta |
Palermo, 18 gen. 2014. “Ciò che sta avvenendo in
questi giorni sembra un gioco quasi
surreale. Emerge una indagine della magistratura che interessa diversi parlamentari della vecchia
legislatura e, in un gioco che ha dell’incredibile, si attacca il presidente della
Regione che non c’entra nulla. Personalmente sono
della linea che le indagini della magistratura vadano sempre rispettate e che nessun giudizio si debba
inserire attorno ad esse. Sul piano personale sono pienamente convinto e fiducioso
che diverse persone coinvolte nell'indagine ne potranno uscire
tranquillamente, questo rientra nella normalità, ma sono altrettanto convinto che il
presidente della Regione non debba esprimere nè giudizi di assoluzione nè di
condanna, non ho il ruolo per farlo, né i titoli. In questo campo sono, come
tutti i cittadini, sottoposto alla legge.
La vicenda mi addolora profondamente. Sono
convinto che la posizione dei parlamentari coinvolti
nelle indagini cambi da persona a persona e in uno stato di diritto le responsabilità siano
individuali. C’è chi viene accusato di avere comprato un'auto per sé e ci sono
persone alle quali vengono contestate fatturazioni per l’organizzazione di un
convegno. Dal punto di vista morale e politico mi sembrano cose diverse, dal
punto di vista giudiziario gli unici a poter dare un giudizio, sono appunto i
magistrati. Si è sollevato un polverone su alcune mie dichiarazioni che non hanno
riscontro nella realtà. Nel corso della conferenza stampa sulla finanziaria,
infatti, mi venne chiesto se si poteva parlare di rimpasto mentre scoppiava il
caso dei rimborsi all'Ars. Ho risposto che non mi sembrava opportuno
politicamente, e ripeto POLITICAMENTE. In quel preciso momento, in cui tutta la
politica siciliana era frastornata, ritenevo inopportuno
parlarne, tant’è che ho detto che occorreva discutere della vicenda con il segretario Renzi e con
il Ministro D’Alia. Non ho mai sostenuto che chi fosse indagato si dovesse
dimettere da qualcosa, poichè un avviso di garanzia è appunto tale e non rappresenta
un giudizio di colpevolezza, e che bisogna serenamente
attendere il responso dei magistrati. La questione politica è tutt’altro.
Il tema che io ho posto è se quel giorno fosse quello più adatto per parlare di rimpasto, era
assurdo parlarne. Spero di avere chiuso con questa polemica.
Andiamo ad altre valutazioni che entrano nel
merito delle questioni. Può
fare parte del governo attuale chi ritiene che sia legittima l’assunzione dei lavoratori “ex Spo”? Può
fare parte della giunta chi ritiene che l’abolizione delle partecipate
non sia una priorità? Chi non ritiene che la soppressione
delle province sia necessaria? La composizione del governo deve essere coerente con il
programma concordato con i partiti e con gli elettori. Si possono fare tutti i
proclami che si vogliono, ma resta la realtà chiara e netta di un governo che
quest’anno, dopo diversi anni, certifica e impegna i fondi europei in misura superiore a quella
richiesta da Bruxelles e dal governo nazionale,
è riforma questa o no? Un governo che ha avuto il coraggio, a proposito di burocrazia, di
fare la più grande maxi rotazione che sia mai avvenuta
in Sicilia. Che ha già presentato una proposta di legge sulla semplificazione amministrativa,
inviata al presidente Ardizzone, che introduce il principio della
responsabilità dei funzionari e dei dirigenti rispetto alle pratiche non esitate dei
cittadini, che dovranno essere lavorate in tre mesi. Sicuramente il governo ha il
potere di proporre leggi, ma non di approvarle. Si può accusare il governo di non
aver fatto la riforma delle province, quando il governo stesso ha presentato
già lo scorso aprile una legge sui liberi consorzi e fu proprio l’assemblea, a
maggioranza, a chiedere un rinvio della trattazione di quella legge? Non credo
proprio. Voglio ricordare ancora che il doppio voto di genere ha cambiato la
Sicilia, e voglio ancora ricordare che da quando questo governo è in carica, il
Partito Democratico è sempre andato avanti in ogni
consultazione elettorale, trovandosi finalmente ad amministrare città grandi e piccole, in alcune
delle quali non aveva mai governato. Il governo non piacerà ad alcuni, ma ha reso
molti vantaggi al centrosinistra, voglio ancora insistere sull’ultima
finanziaria, approvata grazie alla collaborazione dell’intero parlamento
e della maggioranza, abbiamo dovuto sudare le famose 7 camicie per abolire i
consorzi di bonifica, che da 11 diventano 2 (riforma epocale), le partecipate da 33
sono diventate 10. Voglio anche ricordare che in questi mesi sono stati risparmiati
centinaia di milioni di euro in diversi settori
ed in particolare in sanità, non tagliando servizi ma combattendo sprechi e ruberie. Nel
campo della formazione abbiamo tracciato un solco netto nei confronti di corruzione e
malcostume del passato e cacciato via enti che non pagavano i lavoratori. Non
mi pare che abbiamo visto tutto il sistema politico
entusiasta attorno a queste cose, anzi c’è chi ha continuato ad avere rapporti con questi settori per
ragioni politiche. L’unità politica del PD ha bisogno
della mia testa? io sono pronto, la sfida che io ho intrapreso non è contro il PD ma persino per
rinnovare e rafforzare tale partito. Una sfida per una Sicilia che si liberi da
consorterie, mafia e malaffare. Sul welfare, voglio
far notare che la Sicilia ha introdotto per le coppie di fatto principi che non sono mai stati portati
avanti dai governi di centro sinistra e ha introdotto
misure di sostegno al reddito per i poveri. Si sarebbe potuto fare certamente di più, ma non con
un buco di un miliardo e duecento milioni ereditato e che abbiamo dovuto
coprire. Di fronte alla necessità di risanamento del debito abbiamo risparmiato
lo scorso anno 2 miliardi e 400 milioni, senza attaccare lo stato sociale. E
abbiamo continuato quest’anno prevedendo nuovi tagli di sprechi in
finanziaria. Quest’anno il bilancio della regione tende a disavanzo 0, fatto storico.
Voglio ricordare che dopo 25 anni per i precari siciliani potranno partire le
procedure di stabilizzazione. Per la prima volta dal 2005, finalmente, questa
Regione ha un bilancio definitivo approvato a gennaio,
mentre prima si andava avanti in esercizio provvisorio, che non consentiva di fare una manovra
complessivamente corretta. A qualcuno sembrerà poco, ma io voglio ricordare
che sono entrato per la prima volta all’Ars nel novembre 2012. Tutto questo è
stato fatto in pochi mesi assieme agli alleati, al PD e ai parlamentari di
buona volontà, con un governo che non ha avuto la maggioranza sancita dalle
elezioni e che ha incassato di volta in volta la fiducia da forze diverse. Dai
grillini agli uomini e alle donne del centro destra. Qualcuno gioca a
scassare? io ho la coscienza a posto e non rifiuto il dialogo. I rafforzamenti nella
giunta di governo non sono stati mai un tabù, però
a condizione che questi diventino uno strumento per rafforzare il governo e non per seppellirlo. Insomma
io voglio rilanciare un confronto leale e libero all'interno del programma concordato con gli
elettori. E’ questa la vera sfida per la Sicilia”.
Il Presidente della Regione Siciliana
Rosario Crocetta
Il Presidente della Regione Siciliana
Rosario Crocetta
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