Tonino Russo, segretario generale Flai-Cgil Palermo |
I forestali siciliani si considerano dei "penalizzati": gli ultimi due contratti nazionali in Sicilia non sono stati ancora applicati mentre nel resto di Italia sì. E il contratto integrativo non è stato rinnovato dal 2001. "Col blocco del turn over non si ottiene alcun risparmio: il turn over serve solo per fare avanzare i lavoratori nel bacino. Il vero risparmio già l’abbiamo ottenuto col blocco dei nuovi ingressi. Ogni anno per i pensionamenti fuoriescono dal bacino un migliaio di lavoratori, che non vengono sostituiti - dice il segretario della Flai Cgil di Palermo Tonino Ruisso - Con la legge del 2005 è stato istituito un elenco speciale e i forestali sono stati quantificati in 35 mila lavoratori. Oggi sono poco più di 24 mila. In 9 anni sono fuoriusciti 9 mila addetti".
Sulla questione del chilometraggio, il segretario della Flai Cgil di Palermo Tonino Russo dice: "Bisogna riorganizzare bene il lavoro. Basterebbe che i lavoratori fossero comandati nel posto più vicino al paese di residenza o nel posto dove sono stati avviati al lavoro senza spostarli nei cantieri lontani". Secondo la Flai la Regione siciliana dovrebbe, attraverso i suoi dirigenti, realizzare progetti finanziabili con fondi europei e far lavorare i forestali nel settore delle bioenergie, impiegarli nella produzione del pellet, nella creazione di piccole centrali a biomasse in ogni comune, per utilizzare gli scarti dei boschi e riscaldare scuole e uffici comunali. E ancora si potrebbe fare pagare il ticket nelle aree attrezzate dei boschi e utilizzare i lavoratori nel contrasto del dissesto idrogeologico. "Da tutte queste scelte se ne potrebbe trarre un ricavo economico per autofinanziare il settore. Questo dovrebbe fare la Regione e non discutere di tagli ulteriori - aggiunge Russo - Sono provvedimenti estemporanei mentre occorre un disegno per stabilire cosa deve essere la forestale e cosa devono fare i lavoratori e non creare nuovi poveri".
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