lunedì, gennaio 27, 2014

Nonuccio Anselmo: "Il doppiopesismo conclamato di certa antimafia..."

La scopertura della targa toponomastica dedicata
a Mario e Giuseppe Francese nella ex piazza S. Maria
Caro direttore,
non so se posso dire la mia sull'intitolazione della piazza antistante la chiesa di Santa Maria a Mario e Giuseppe Francese, perché sarò costretto ad uscire fuori dal coro e sarò anche un po' lungo. Di solito non prendo parte ai dibattiti sul web, spesso surreali, ma stavolta è diverso per tanti motivi. Primo perché è ancora pungente il ricordo di quella sera in cui, meno di mezz'ora dopo aver finito di scherzare con lui, arrivò al giornale la notizia del suo assassinio; secondo perché non so dov'erano i partecipanti a questo dibattito qualche anno fa, quando un mare di polemiche targate antimafia ufficiale accompagnò l'intitolazione della piazza della villa a Falcone e Borsellino. Spero per loro e per la loro coerenza che dieci anni fa fossero tutti bambini. Altrimenti…

            Per prima cosa, debbo notare che anche a te il tempo ha fatto cambiare idea, visto che adesso ti è venuto il dubbio se è lecito stravolgere la toponomastica in nome dell'antimafia. I più anziani ricorderanno ancora una tua foto davanti alla villa durante una manifestazione di protesta, con il cartello "Piazza Falcone e Borsellino", pubblicata dal Giornale di Sicilia. Registro il mutamento delle tue posizioni di 180 gradi.
            E allora andiamo a vedere le ragioni contrarie all'intitolazione della piazza ai Francese espresse sul tuo autorevole giornale:
            1 - Perché stravolgere l'antica toponomastica che ricordava uno storico convento? Non si poteva intitolare ai Francese un'altra strada? Giusto. Non si poteva intitolare un'altra strada a Falcone e Borsellino invece di stravolgere l'insieme risorgimentale dell'asse di attraversamento cittadino: corso dei Mille, corso Bentivegna, piazza Garibaldi, via Firmaturi, via Giordano Orsini, strappando la piazza del piano del borgo a re Vittorio Emanuele III che, secondo il sentire del tempo, aveva completato l'unità d'Italia?
            2 - Perché cambiare il nome a una piazza che comunque, nel sentire collettivo, resterà sempre "a Santa Maria"? Giusto. Perché mesi di lotte fratricide per cambiare nome a una piazza che comunque, nel sentire collettivo, resterà sempre "a villa"?
            3 - Abbiamo tanti concittadini illustri, perché non dedicare loro le vie? Giusto: perché dedicare una piazza a Falcone e Borsellino e non a un concittadino illustre (o a Pertini, o a Buttitta, come segnalava qualcuno)? E perché a Chiosi, invece di dedicare le strade alle erbe, non si dedicano alle persone? Giusto, purché non si finisca con l'offendere la memoria delle persone che si vorrebbero omaggiare: lancio una caccia al tesoro con una bambolina in omaggio a chi trova via Pietro Oliveri ed è pronto a sottoscrivere che di omaggio si tratta.
            4 - E' una sciocchezza cambiare i nomi delle strade all'inseguimento dell'immagine. Giusto. E perché è stata necessaria una sorta di guerra civile, con la defenestrazione persino di un commissario al comune, per sottrarre una piazza a un reuccio per il quale non nutro, neanche storicamente alcuna simpatia, ma che stava sulla lapide da oltre mezzo secolo e che ricordava, oltre a se stesso, la sistemazione finale della piazza e l'inaugurazione del monumento ai Caduti?
            So che qualche mentecatto proverà ad accusarmi di essere nostalgicamente mafioso e contrario al sacrificio della magistratura. Faccia pure. Io voglio solo ricordare il mio amico Mario Francese con le parole del sindaco di sinistra Pippo Cipriani quando fu vinta la battaglia della villa: "Che a Corleone possano essere nati gli assassini di Falcone e Borsellino e si dedichi loro la piazza principale, è un segnale fortissimo." Pure gli assassini di Mario Francese venivano da qui.
            Allora, davanti all'evidenza della stranezza dello strappo tra ieri ed oggi su fatti di identica valenza e al doppiopesismo conclamato, viene il sospetto che alla fine, in una certa antimafia, prevalga sempre il famoso "problema d'immagine" di cui si parlava prima, con l'aggiunta dell'antico e imparziale concetto siciliano assecunnu cu s'appresenta. Se si tratta dei vari satelliti dell'antimafia accreditata e universalmente accettata, va tutto bene; se s'appresenta un sindaco nemico (e non ho alcun interesse a difenderlo), che per definizione non ne deve far bene una che sia una, allora stravolgere la toponomastica cittadina non è più antimafia, ma un clamoroso errore da non perdonare. Questa non è l'antimafia che ci serve, che serve a Corleone, bisognosa di diventare una città normale.
            Grazie dell'ospitalità. 
            Nonuccio Anselmo

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La manifestazione per piazza Falcone e Borsellino
Caro Nonuccio, 
puoi benissimo dire la tua su questo e su qualsiasi altro argomento che vorrai trattare e questo modesto foglio online sarà onorato di ospitarti. Anche perché leggerti è un piacere e le cose che scrivi sicuramente non fanno annoiare. Adesso, però, fatta questa iniziale captatio benevolentiae, ti dico subito che non condivido per niente il tuo ragionamento. Sono passati quasi 22 anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio ed io non dimentico l'orrore e lo sdegno che allora provò l'Italia intera. Intitolare la più grande piazza della nostra città a Falcone e Borsellino fu davvero una scelta coraggiosa e giusta, proprio perché Corleone era la città d'origine dei loro assassini. Ricordo quella foto dove io ed altri cittadini corleonesi esibiamo un cartello con la scritta "Piazza Falcone e Borsellino" per sollecitarne l'intitolazione ufficiale ai due martiri dell'antimafia. Inutile dirti che ne sono orgoglioso. Non credo che Vittorio Emanuele III, il re che consegnò l'Italia al fascismo, avesse chissà quali legami con Corleone. "Cancellarlo" provocò solo i malumori dei monarchici di cosa nostra... ops... di casa nostra.  
Diversa è la vicenda di piazza Santa Maria, dedicata l'altro giorno a Mario e Giuseppe Francese. A Mario e Giuseppe ho dedicato delle pagine intere su "La Sicilia", apprezzate da Giulio e da tutta la famiglia Francese. La mia ammirazione per il cronista rigoroso e coraggioso e per suo figlio che cercò con determinazione verità e giustizia è sconfinata. Meritano senz'altro che Corleone li ricordi con una via o con una piazza. In appena quattro righe e mezzo, scritte due giorni fa su questo giornale, mi chiedevo (in punta di piedi) se non si poteva trovare una piazza senza storia o senza nome da dedicare loro, senza cancellare così piazza Santa Maria, che è un'importante piazza storica di Corleone. E basta! Il dibattito che poi si è sviluppato sul web, dove tanti altri cittadini hanno condiviso questa mia considerazione, può farmi piacere ma non dipende da me. (dp)

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