Peppino Impastato |
E’ polemica sulla scelta di Glassing, il nuovo marchio di occhiali da sole. Uno
spot che scimmiotterebbe la poesia di Peppino Impastato. Si tratta di una pubblicità creata per dare visibilità il brand in tv,
nella quale l’attore Paolo Grassi recita “l’esortazione della bellezza”
dell’attivista antimafia. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si
fornirebbe di un’arma contro la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi
palazzi ci si abitua con facilità. Ogni cosa pare dover essere così da
sempre e per sempre. Insegniamo
la bellezza alla gente, così non avremo più abitudine e rassegnazione, ma
sempre vivi, curiosità e stupore”. Lo spot poi chiude con lo slogan del marchio: ”Non conta quello che
vedi, ma come lo vedi”. Certo, sarebbe
interessante sapere cosa ne penserebbe impastato visto che come riporta
Today.it”. La famiglia di Peppino Impastato non ci sta. No, la bellezza a
cui si riferiva non era questa.
Umberto Santino: "Chiediamo
il ritiro di uno spot che utilizza Peppino Impastato a fini commerciali"
di UMBERTO SANTINO
Abbiamo
appreso che una impresa produttrice di occhiali utilizza il nome di Peppino
Impastato e una sua frase, ricavata dalla sceneggiatura del film “I cento
passi”, per reclamizzare i suoi prodotti.
Lo
spot è stato messo in onda senza aver avvertito i familiari, i compagni di
militanza di Peppino, noi del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe
Impastato”, che ha avuto un ruolo decisivo nel salvare la memoria di Peppino
Impastato, ritenuto un terrorista-suicida dagli investigatori, dai magistrati,
dai giornalisti, con poche eccezioni, e nell’ottenere giustizia, con le
condanne dei mandanti dell’assassinio e con la relazione della Commissione
parlamentare antimafia sul depistaggio delle indagini.
Già
questa scorrettezza ci induce a chiedere, assieme ai familiari, il ritiro dello
spot pubblicitario.
Invitiamo
inoltre la stampa a fare riferimento, non solo all’icona cinematografica, che
pure è servita a far conoscere Peppino a centinaia di migliaia se non a milioni
di persone, ma soprattutto al Peppino Impastato storico, e all’unicità della
sua figura nella lunga storia delle lotte contro la mafia, raccontata nella mia
Storia del movimento antimafia. Dalla
lotta di classe all’impegno civile, di cui è uscita recentemente una nuova
edizione (Editori Riuniti University Press, Roma 2009).
Peppino
Impastato la mafia l’aveva in famiglia. La
mafia in casa mia è il titolo del libro a cura di Anna Puglisi e di chi
scrive, in cui abbiamo raccolto la storia di vita della madre di Peppino,
Felicia Bartolotta, pubblicata dalla casa editrice La Luna , Palermo 1986 e
successive edizioni, che è riuscito a far riaprire l’inchiesta con il racconto
del viaggio del padre di Peppino, Luigi, negli Stati Uniti, dopo aver avuto un
incontro con il capomafia Gaetano Badalamenti. Nel corso del soggiorno negli
Stati Uniti Luigi Impastato a una parente ha detto: “Prima di uccidere Peppino,
debbono uccidere me.” Subito dopo Giovanni Falcone si recò negli Stati Uniti
per interrogare Badalamenti, successivamente condannato all’ergastolo come
mandante dell’omicidio di Peppino.
Gli
scritti di Peppino sono raccolti nel volume: Giuseppe Impastato, Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti, a cura di Umberto Santino, Centro
Impastato, Palermo 2002-2008.
La
relazione sul depistaggio, operato da magistrati e rappresentanti delle forze
dell’ordine, approvata dalla Commissione parlamentare antimafia, è pubblicata
nel volume: Peppino Impastato: anatomia
di un depistaggio, Editori Riuniti University Press, Roma 2012 (terza
edizione).
Umberto Santino
Presidente del Centro
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