La palazzina reale |
di Domenico Cavarretta
Tutta
la nostra storia, la foresta, Ferdinando
di Borbone e il palazzo reale, la montagna – rocca busambra e l’archeologia, il
Borgo, QUESTA E’ FICUZZA, un murales unicum, armonico e dalla molteplice variabilità di colori, di paesaggi
naturali animati, di personaggi e di opere d'arte. La montagna, la foresta, il palazzo reale borbonico ed il suo Borgo ma
anche la storia dell’uomo meritano di restare nella memoria delle Comunità di
questa Regione.
La
montagna e l’archeologia
la
Rocca Busambra è una montagna che sovrasta Ficuzza e la foresta ed è uno scrigno
ancora non totalmente esplorata nè conosciuta. Questo ventaglio dolomitico alto
1615 mt. domina l’occidente della Sicilia per la sua imponenza e maestosità. Antichissimi
insediamenti ne hanno colonizzato tutti i versanti: ne faccio cenno.
·
Ad est a Pizzo di Casa e Pizzo Morabito in territorio di
Mezzojuso, sono stati ritrovati reperti del IV – VI secolo a. c.
·
Verso ovest, di kalatabusamara, l’origine è incerta ma,
nel 1147 questo kalat aveva ancora il suo kaid. Oggi, del castello, restano
pochi segni visibili sul terreno ma, il Calderone, storico marinese, nel 1893 scrive
di “ceramiche, monete d’oro, d’argento e di bronzo di antiche età svariate, che
mi è toccato di osservare”.
·
Ancora più ad ovest, sul Pizzo Ramosa quasi
inaccessibile, la presenza di un altro castello ( di Bufurera ? ) è di origine
ignota (saracena?) ma, certamente, ebbe
vita fino al XIII secolo ( Pirri ).
Il
Malaterra riporta che, nel 1086 il conte Ruggeri, dopo essersi impadronito di
Girgenti, espugnò pure questo castello. Esso, oggi, è una spianata di cocci, purtroppo
visitato da esperti tombaroli in grado di individuarne ed asportarne i tesori
nascosti. Sempre lo storico Calderone parla di “lumiere e di altre ceramiche
ammassate”, lo scrivente può testimoniare dell’esistenza anche di frammenti di
ciotole, vasetti in terracotta ed in finissimo vetro verde, così ridotti nei
primi anni del 1900, da piccoli guardiani di capre di Ficuzza, alla ricerca di
lumache tra i frammenti del castello.
Sarebbe
indispensabile che, in qualche sala del palazzo reale, fossero esposti alcuni esemplari
dei reperti ritrovati o in possesso della Sovrintendenza, come elementi della ricostruzione
storica degli insediamenti sulla Rocca Busambra.
Tutti
i terreni sottostanti a tale sito avrebbero fatto parte catastale della Ficuzza
borbonica, se il marchese Ugo, nel 1840, l’avesse creata comune autonomo.
Il
Borbone e la reggia 1800 – 1860
Ficuzza,
nacque come “regia aedes, e riserva reale di caccia”, per volere del re
Ferdinando III, 1° delle Due Sicilie. Essa si raggiungeva tramite un asse viario che da
Palermo – “princeps urbs”, attraversava Marineo - “ad pacum cui Marineo nomen”,
e proseguiva per Corleone - oppidum quod
nunc siculis Corleone. Ferdinando, ad
opera dell’architetto Venanzio Marvuglia arricchì la venaria reale, con porticati laterali, sfuggenti su di uno spazio
immenso, con esaltanti effetti
architettonici, come nei più suggestivi siti reali europei.
Egli
fece di Ficuzza una corte felice e gaudente dedicandosi alle cacce, alle feste
ed alla realizzazione della razza del cavallo indigeno.
A
valle della reggia nacque il Borgo, secondo un piano urbanistico di tecnica edilizia di assi paralleli, ortogonali al monumento principale; la popolazione
aumentò velocemente.
La
"Memoria del villaggio di
Ficuzza", del barone Andrea Bivona (1845) cita la richiesta (in
data 19/10/1839) fatta
da S.E. il Ministro delle Finanze al marchese Ugo, amministratore dei beni della
real casa, a "manifestarLe qual numero di anime siano in quel sito, e se ne formi
o possa
essere nel corso di formarsi un comune".
Con
la gestione di questo nobile,però, non solo a
Ficuzza fu negata l’autonomia ma, le fu regalato un futuro incerto
in quanto è rimasta a “ mezzadria” tra Corleone, Monreale
ed Azienda Foreste, mai raccordatesi per il bene del Borgo.
La gestione forestale 1860 -1980
Dal 1871 Ficuzza
diventò prima ed unica sede di ufficio periferico in Sicilia
dell’Azienda Foreste di Stato, e ritornò
ad essere un centro economico, culturale e di potere in ambito
nazionale e, soprattutto, locale.
La legge 535/1901, incentivò la costruzione di alberghi, ville ecc., mediante
la concessione di terreni demaniali.
Ficuzza
fu riconosciuta come unica e più importante località montana di villeggiatura della
Sicilia perché già ospitava l’elite
industriale, professionale e nobiliare del capoluogo.
L’Amministrazione
Forestale, purtroppo, rispetto alle altre località nazionali, sottovalutò la
portata storica degli effetti della norma, pur gestendo totalmente la Borgata per
tantissimi anni e costruendovi strade, rete idrica, fognatura ecc. e tanti
impianti sportivi.
Così,
solo il centro urbano storico, nel 1870 ca., diventò Frazione di Corleone, seppure
in assenza di identità con esso quali dialetto, tradizioni, costumi, cultura,
tutti elementi di contrapposizione alla base di uno storico disinteresse
politico-amministrativo di quella città, nei confronti della Frazione.
Ciò
avvenne perché, il Consiglio comunale di Marineo, ritenne oneroso prendersi
carico di Ficuzza, senza avere assegnato il grande territorio di Bifarera ecc.
(con relative entrate), facente parte dell’ex feudo borbonico.
La
componente periferica dell’abitato, invece, (separata dalla strada principale),
e tutto il territorio circostante appartenente a Monreale, non verranno mai
inseriti in alcuno strumento urbanistico, cosa che condizionò e condiziona pesantemente
e negativamente, lo sviluppo urbano e sociale della Borgata.
La
presenza amministrativa di quest’ultimo comune è legata esclusivamente al prelievo (tasse) di risorse sulle
proprietà immobiliare (ICI, IMU, TARSU, LICENZE, N. O., ecc)
L’ultimo
trentennio
La fine degli anni 70
del secolo scorso diede inizio ad un graduale spopolamento e ad un progressivo
decremento quali - quantitativo della villeggiatura montana tradizionale
anche perché, nessuno dei due comuni, seppe
o volle elaborare alcuna ipotesi di valorizzazione
turistica di Ficuzza.
Solo
l’Amministrazione Forestale, con l’apertura al pubblico del palazzo borbonico,
(al cui interno andrebbero riesposti i tesori della cappella reale), ed il
Centro di recupero della fauna selvatica (lipu), favorì il sorgere di una nuova
e giovane classe imprenditoriale della ristorazione e della ricettività.
Ma,
proprio il palazzo reale si potrà porre come fulcro del rilancio dell’economia
locale solo con una funzione di contenitore culturale polivalente.
Non
dovranno, certamente, trascurarsi le testimonianze della storia
abitativa antica nè quella
ultra bicentenaria post 1800 del Borgo, e non dimenticare gli attori e gli
avvenimenti principali che le hanno caratterizzate.
La
già avviata strutturazione Museale, peraltro, nonché quella dell’importante Archivio
storico e della Biblioteca regionale, rappresentano l’avvio positivo dell’auspicata
gestione aperta e condivisa della riserva naturale a favore dello sviluppo
locale.
Una
nota negativa rimane, purtroppo, il mancato rifacimento delle molte strutture
sportive ( campi da tennis, di calcetto, di calcio, di bocce), lasciate in
abbandono, e che erano il vanto di
Ficuzza rispetto ai paesi del circondario.
Non
può essere dimenticato, infatti, che Ficuzza, già nel 1930, aveva uno dei primi
campi da tennis della Sicilia e che, un antesignano campo di palla a volo - calcio
a 5, negli anni 80, portò la squadra del Borgo nelle principali città italiane,
unica compagine regionale ai vertici di un esaltante campionato nazionale.
L’attualità: il turismo naturalistico
Restano,
ancora, moltissimi altri aspetti negativi che oggi mortificano questa località,
mentre si attende un'intesa tra le principali Amministrazioni, per
pianificare un concreto “Progetto di rilancio”, legato alla potenzialità della sua vocazione turistica in funzione del
richiamo dell’insieme foresta – montagna - Borgo della riserva naturale.
Andrebbe elaborato un articolato “Protocollo d'intesa” che coinvolga, come se fosse
un Ente Parco, tutte le sei Amministrazioni, collegabile alla valorizzazione dei tanti centri montani che circondano la grande riserva naturale (Marineo
- Godrano - Mezzojuso – Corleone - Monreale / Azienda Regionale foreste).
Solo
in tal modo, questo Borgo resterà il
cuore della foresta e rappresentare il motore economico di tutto il territorio,
(multiredditività lavorativa, della zootecnia e dei prodotti boschivi), e potrà
riprendere il suo ruolo trainante come asse centrale della gestione coordinata
della riserva naturale.
Lo
scrivente è convinto che, le peculiarità di questa ampia e complessa area
protetta e dei centri montani che la circoscrivono, possono rappresentare un modello
di attrattiva turistica e di economia, al di fuori di sterili campanilismi, e sapranno
creare una strategia unitaria di “vendita” di tutte le specificità che
caratterizzano il territorio.
Annotazione
finale
Quando
i comuni di montagna si spopolano sono le Frazioni che per prime, si avviano lentamente verso la scomparsa,
disperdendosi un patrimonio culturale che impoverisce tutta la regione: anche
di Ficuzza, da tempo, si è avviato il declino perché, ogni ente o personaggio
che l’ha governato, ha tolto un tassello
della sua integrità, lo ha portato altrove e, nessuno, ha mai “pagato il conto”.
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