Orlando:
“Abbiamo avviato un percorso di Town meeting, di democrazia diretta, per far
interagire i cittadini direttamente con l’amministrazione per discutere di
problemi concreti”. Limuti:
“La politica ha il compito di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma bisogna
innanzitutto imparare a leggere le loro aspettative”. Armao:
“Siamo passati dalla democrazia rappresentativa all’Open Gouvernement. Il
circuito della rappresentazione politica ha trovato nella rete il suo quinto
potere”.
Palermo,
11 novembre 2013 - È in atto un cambiamento che interessa non solo l'economia e
la politica, ma anche il costume sociale. L'uomo moderno, ormai sovraccarico di
informazioni e sempre più affrancato dalla pubblicità, è meno diretto dalla
comunicazione. E' più libero e meno propenso a credere alle promesse dei
partiti. In queste condizioni riemergono ed assumono importanza i valori
archetipali degli elettori. Questi i temi principali del seminario su
“Marketing e comunicazione nella politica”,che si è svolto questa mattina a
palazzo Brunaccini, organizzato dal Club Dirigenti Marketing, nell’ambito della
VI edizione delle Giornate dell’Economia
Presenti
all’incontro Alessandro La Monica, componente Comitato delle Giornate
dell'Economia e presidente Club Dirigenti Marketing, Pietro Busetta, presidente
della Fondazione Curella, il sindaco Leoluca Orlando, Gaetano Armao, docente
Università di Palermo, Salvatore Limuti, Past President Club Dirigenti
Marketing e ad Marketing Management, Giuseppe Siino, research manager di
Marketing Management, e Tony Siino, blogger Rosalio.
“Siamo ormai alle battute finali di questa intensa e proficua
settimana dedicata all’economia. L’obiettivo che ci eravamo prefissati è stato
raggiunto – ha spiegato Alessandro La Monica – ovvero quello mantenere vivo il
dibattito, nella speranza di trovare un nuovo percorso che porti al
cambiamento. E in questo contesto, il marketing e la comunicazione diventano
fondamentali per favorire il cambiamento”.
“La
politica ha il compito di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma non sempre è
in grado di compiere il proprio dovere proprio perché non si ha contezza di
tali bisogni – ha dichiarato Salvatore Limuti. Bisogna innanzitutto imparare a
leggere le aspettative dei cittadini, per poter dare la giusta risposta. La
politica dovrebbe dunque ragionare in termini economici, valutando la domanda e
l’offerta. I cittadini, in quanto elettori, hanno infatti un potere d’acquisto.
Il consenso di un politico sarà direttamente proporzionale alla sua capacità di
dare risposte concrete. Oggi si comunica troppo, si parla troppo di politica,
ma nella realtà se ne fa poca. La sovrabbondanza di informazioni, dovute
da una cattiva gestione della comunicazione politica, - ha aggiunto -
provocano quello che definisco ”effetto marmellata”, un pot-pourri di
roba non meglio identificata che di fatto confonde l’elettore”.
“Per
capire cosa influenza gli elettori – ha precisato Giuseppe Siino – non ci si
può affidare più ai sondaggi, in quanto la realtà cambia troppo in fretta. Da
una recente analisi svolta su un campione rappresentativo di cittadini, abbiamo
stilato un elenco di archetipi che descrivono l’elettorato non più come una
massa indistinta, bensì come un insieme di gruppi ben definiti, con differenti
aspettative da soddisfare. Il candidato che risulta vincente è infatti colui
che ha un elettorato più omogeneo e può comunicare con maggiore facilità il
proprio programma, che dovrà comunque rispondere alle aspettative di tale
elettorato”.
“Oggi
quando si parla di politica non si può non parlare di partecipazione diretta
alla cosa pubblica – ha specificato Gaetano Armao - siamo infatti passati
dalla democrazia rappresentativa all’Open Gouvernement. Il circuito della
rappresentazione politica ha trovato nella rete il suo quinto potere. Pensate
quanto era moderna la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino, del 1789, il cui art. 14 recitava: “Tutti i cittadini
hanno il diritto di constatare, da loro stessi o mediante i loro
rappresentanti, la necessità del contributo pubblico, di approvarlo
liberamente, di controllarne l’impiego e di determinarne la quantità, la
ripartizione e la durata”. E ancora all’art. 15 si leggeva: “La società ha il diritto di
chieder conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione”. Un processo che
oggi viene di certo facilitato grazie all’uso di Internet, del social media,
delle piattaforme web”.
“Il Comune di Palermo – ha affermato il sindaco Orlando –
ha fatto della trasparenza la sua filosofia di vita. Oggi è possibile trovare
davvero tutto sul portare del Comune. Ma abbiamo fatto anche di più: abbiamo
avviato un percorso di Town meeting, di democrazia diretta, per far interagire
i cittadini direttamente con l’amministrazione per discutere di problemi
concreti. Oggi il web, nella comunicazione politica, ha assunto un’importanza
eccessiva. Esiste una realtà al di fuori di quella virtuale che è ben più
ampia. L’errore che molti politici fanno è quello di rivolgersi quasi
esclusivamente alla comunità della rete. Che poi è un paradosso, perché sono
gli staff a gestire i vari profili virtuali perché un politico, soprattutto in
campagna elettorale, non ha il tempo di gestirli in prima persona. Credo sia
necessario trovare un punto di sintesi tra il consenso e i consensi: i consensi
si misurano in numeri, il consenso no. E il web non crea la massa critica del
consenso”.
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