Una
nuova prefazione di Goffredo Fofi, un’inedita nota del curatore, Santo
Lombino, un glossario realizzato da Gianfranco Folena per facilitare la
comprensione linguistica del testo, un’intervista rilasciata dall’autore a
Santo Lombino nel 1995 e un’appendice
fotografica tratta dall’archivio Millestorie, impreziosiscono questa nuova edizione,
offrendo una nuova veste ad un testo che alla sua prima uscita aveva attirato
su di sé l’attenzione della critica e l’interesse di storici e studiosi della
lingua, come Emilio Franzina e Giovanni Ruffino, secondo cui la memoria
autobiografica di Bordonaro rappresenta ormai un documento della storia
linguistica italiana, un ‘classico’ dell’italiano popolare regionale.
Testimonianza
storica depositaria di una memoria collettiva, l’autobiografia di Tommaso
Bordonaro affronta “una prima persona
come altri e tanti hanno fatto prima di lui, ma il cui risultato non è un
documento di storia orale, un’intervista trascritta o registrata, bensì
un’opera letteraria vera e propria”, sottolinea nella prefazione Goffredo
Fofi, che più avanti si sofferma anche sulle caratteristiche linguistiche
dell’opera, su “quest’italiano essenziale che va subito al sodo, e che è quello
delle antiche cronache perché il tempo passa lentamente per i senza-storia, ma
che è nutrito di dialetto e di slang, di siciliano di italiano di inglese, o
meglio, di americano”.
“Riportare
alla luce La Spartenza di Bordonaro, disseppellire questo capolavoro della
diaristica popolare, oltre ad essere un innegabile motivo di orgoglio è stata
per noi un’esperienza eccezionalmente emozionante”, racconta entusiasta
l’editore Ottavio Navarra, “La vicenda di Bordonaro è la storia
straziante dei nostri nonni, dei nostri zii, di tutti coloro che decisero di
abbandonare gli affetti e la terra natale non solo, banalmente, per fare fortuna,
ma per evitare ai propri figli il giogo insopportabile degli stenti e della
miseria cui essi stessi erano stati sottoposti.”
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