L'aeroporto di Sigonella |
di NICOLA CIPOLLA
L’interessante sua intervista a Vito Riggio pubblicata
sul giornale del 19 ottobre u. s. mi spinge a farle alcune osservazioni e
domande. Vito Riggio dice: che occorre modificare la legislazione UE perché Catania possa essere inclusa nella
fascia dei corridoi europei come Genova e Torino. Catania sta per
diventare “città metropolitana” e forse
il milione di abitanti potrà essere superato tenendo conto che della sua area faranno parte comuni
molto popolosi come Acireale, Paternò, Adrano, Biancavilla, ed altri. Sull’ampliamento
della pista di Fontanarossa per raggiungere i tremila metri necessari per l’atterraggio dei nuovi aerei
più capienti che stanno entrando in servizio
non solo sulle rotte internazionali ma anche su quelle nazionali faccio tre
osservazioni. La prima è che Fontanarossa, anche per mia esperienza personale,
è troppo vicino all’Etna per cui ogni due o tre anni il servizio viene
interrotto a causa delle ceneri del vulcano
e conseguentemente i voli vengono dirottati o su Palermo o sull’aeroporto di
Sigonella dove, però, hanno trovato, specie negli ultimi tempi, una resistenza
delle autorità militari americane sostenute dal governo nazionale. Resistenza
che è stata superata con la mobilitazione dell’opinione pubblica e dei
movimenti pacifisti.
Fontanarossa è
sempre più inglobata nello sviluppo urbanistico di
Catania e sarà quindi difficile reperire
e ottenere le superfici necessarie
per l’allargamento e comunque diventerebbe
oltremodo fastidioso l’aumento del
traffico in vista di uno sviluppo
dell’aeroporto di Catania che superi i dieci milioni di passeggeri. La terza osservazione è che esiste un aeroporto con una pista di oltre tremila metri già funzionante ed è l’aeroporto di Sigonella. Certo allo stato attuale ci sono forti
resistenze sia da parte del Pentagono sia da parte del Ministero della Difesa
italiano. Ma ricordo che proprio lei in un articolo lungimirante, alcune
settimane prima dell’accordo per la distruzione delle armi chimiche, aveva fatto rilevare la difficoltà di un intervento
militare contro Assad che avrebbe aperto
la strada a forze largamente inquinate
dal terrorismo arabo. La soluzione trovata per la Siria e il ritiro dall’Afghanistan e dal’Iraq e le difficoltà
crescenti delle popolazioni che sono state investite da iniziative militari
dirette dagli USA aprono la strada ad un cambiamento radicale nei prossimi
anni, e forse nei prossimi mesi, di una politica
di interventi degli USA e dei suoi alleati contro i paesi musulmani dalla Libia
fino all’Afghanistan. Trenta anni fa Comiso
era una base di missili atomici oggi è un aeroporto civile complementare
con quello di Catania. Forse non ci sarà
bisogno di aspettare altri trent’anni per fare ritornare Sigonella a
disposizione dello sviluppo civile e ciò potrà avvenire anche entro i cinque
anni di proroga che il professore Vito Riggio
ha ottenuto per la sua alta funzione.
Nicola
Cipolla
presidente
del CEPES
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