Buona “la prima” della nuova amministrazione comunale di
Roccamena, che ieri ha inaugurato il Primo Festival del melone, con
degustazioni, esposizioni ed incontri. Degustazione del melone bianco nella
piazza di questo piccolo centro, curata direttamente dalle aziende (e, come è
giusto che sia, a loro spese. Il comune ha organizzato l’evento e la regione ha
dato un contributo per la logistica). Esposizione di mezzi agricoli, a cui
hanno partecipato diverse aziende del settore, per far conoscere le ultime
novità. E, infine, l’incontro per ricordare Danilo Dolci, il sociologo venuto
dal nord-est negli anni ’50 per sperimentare un nuovo modello di mobilitazione
popolare, fatto dal basso, con la lotta non violenta, attraverso una progressiva
presa di coscienza dei cittadini. Un incontro a cui non poteva mancare uno
degli allievi più bravi di Danilo: Lorenzo Barbera, che si stabilì a Roccamena
dal 1960 al 1965 proprio per applicare concretamente la “filosofia” sociale di
Dolci. (GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
E a cui nei prossimi giorni il sindaco conferirà la cittadinanza
onoraria di Roccamena. Insieme a lui, Amico Dolci, uno dei figli del sociologo,
che ha voluto visitare la stanza dove Danilo digiunò dal 26 ottobre al 4
novembre del 1963 per chiedere l’avvio dei lavori della diga Garcia (oggi
intitolata a Mario Francese). E poi Pino Lombardo, un altro amico e compagno di
lotte di Danilo a Partinico. E ancora la d.ssa Rosaria Barresi, dirigente dell’Assessorato
regionale per le risorse agricole e alimentari. E, dulcis in fundo, il nuovo
sindaco di Roccamena, Giuseppe “Pippo” Bonanno, reduce la un complesso
intervento chirurgico, che però non ha voluto rinunciare ad incontrare i suoi concittadini.
Sul palco con loro, per coordinare la discussione, c’ero io che avevo cercato
di studiare questo pezzo di storia, legandolo all’aspirazione più profonda per
cui i cittadini di Roccamena negli anni ’50-’60 si battevano insieme a Lorenzo
Barbera e Danilo Dolci: il lavoro e lo sviluppo. In questo contesto – l’hanno
sottolineato tutti – il melone bianco (e l’agricoltura più in generale), grazie
all’acqua della diga “M. Francese” e grazie ai nuovi impianti di sollevamento
delle acque che la Regione vuole realizzare, rappresentano una prospettiva
molto concreta. Oggi, infatti, il melone bianco di Roccamena sta diventando un
prodotto importante, esportato in tutt’Italia. Un prodotto che fa parte del “paniere”
offerto dal Consorzio “Libere Terre”, che raggruppa le coop sociali che
lavorano sui terreni confiscati alla mafia.
Una bella serata, con una riflessione finale a cui mi ha “costretto”
un anziano compagno. Mi ha raccontato che, nei giorni scorsi, era stato
avvicinato da un tizio, che gli ha detto: “Stavolta a Roccamena avete vinto le
elezioni perché noi abbiamo litigato di brutto”. “Non abbiamo vinto per questo –
gli ha risposto il compagno – ma perché stavolta non avete demolito con la ruspa
qualche nostra casa…”. (d.p.)
Nessun commento:
Posta un commento