Il San Paolo Palace Hotel di Palermo |
Palermo 2 agosto 2013 -
«Sulla vicenda del San Paolo Palace hotel
è bene che si attivi il tavolo già
chiesto dai sindacati di categoria per un confronto con l’Agenzia nazionale per
i beni confiscati, il Comune di Palermo e anche l’università, per fare il
punto. È una situazione delicata - dichiara il segretario
della Cgil di Palermo Maurizio Calà – Siamo davanti alla confisca di un grosso
gruppo aziendale ed è importante esaminare insieme la strada da
adottare. Si tratta di pensare a un
progetto pilota per continuare a rendere produttiva un’azienda di
grandi dimensioni, rimasta attiva dopo il sequestro, ed evitare che torni in
mano alla mafia. Non si può né correre
il rischio di fare morire la struttura né che con la vendita a privati i beni
tornino nelle mani degli antichi proprietari».
La Cgil chiede di conoscere i progetti in campo per il San Paolo Palace, a partire da quello proposto dall’Ateneo palermitano. «Anche la proposta dell’università di un campus può essere interessante perché si rilancia il ruolo del San Paolo come struttura alberghiera con una maggiore capacità ricettiva rivolta a un pubblico di studenti. È comunque un esperimento interessante nelle mani di un soggetto pubblico - dice Maurizio Calà - Chiediamo continuità produttiva per la struttura e anche continuità occupazionale. Per tre mesi in inverno al San Paolo ci sarà un fermo per opere straordinarie di manutenzione. È opportuno capire quindi cosa fare per indirizzare gli interventi per la futura ricollocazione». La Filcams Cgil e la Fillea Cgil hanno raccolto anche le preoccupazione dei 9 dipendenti della società edile proprietaria della struttura alberghiera, che fa parte del gruppo da tempo in amministrazione giudiziaria
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