L'on. Franco Ribaudo |
«Ho lavorato a Roma avendo un occhio
di riguardo per il mio territorio, anzi: voglio impegnarmi concretamente per un
cambiamento quanto mai urgente, a partire dal lavoro e lo sviluppo in Sicilia e
nella provincia di Palermo». Il deputato Francesco Ribaudo, componente della
sesta commissione Finanze e della commissione parlamentare per gli Affari
regionali, prova a fare il punto sui suoi primi cento giorni di larghe intese
in parlamento. Luci e ombre dei primi mesi a Roma: da un lato la difficoltà a
trovare unità di vedute su tutti i temi dell’agenda politica (si pensi agli F35
o all’Imu per la prima casa), dall’altro la soddisfazione di un impegno
militante verso i problemi dei piccoli comuni, dei giovani, degli operai
cassaintegrati, delle aziende in crisi.
Cosa ha portato in Parlamento?
«Sono orgoglioso di aver portato in
Parlamento la mia prolungata esperienza di sindacalista della Cgil e quella di
sindaco per cinque anni di un piccolo comune, cioè di una persona abituata a
stare in prima linea che conosce e affronta i problemi quotidiani delle
famiglie. Da parlamentare alla prima esperienza sono già cofirmatario di 13
proposte di legge, inoltre ho sollecitato l’intervento del Governo con diverse
interrogazioni e mozioni, quasi tutte riguardanti, appunto, i problemi del
lavoro e delle famiglie del nostro territorio. Diversi incontri sollecitati da
me hanno visto all’ordine del giorno la problematica dei dipendenti di
Telespazio di Piana degli Albanesi, della Valtur di Pollina e di altre aziende
in crisi».
Il Parlamento chiude per le ferie di
ferragosto, crede che in questi primi 100 giorni di Governo Letta si sia fatto
a sufficienza per i giovani?
«Le ultime misure varate dal
Consiglio dei Ministri in favore dell’occupazione con il Decreto lavoro, a
cominciare dagli incentivi per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani e
delle fasce più deboli della popolazione, specie nelle aree del Mezzogiorno,
sono un segnale positivo che molte famiglie italiane aspettavano da tempo. Sono
sicuro che a questi primi provvedimenti andranno ad aggiungersi altre
importanti misure varate dal Consiglio europeo ed altri interventi del nostro
Governo. Su questi temi continueremo ad essere intransigenti: tutti sanno che
abbiamo dovuto far fronte alla esiguità dei fondi, ai tentennamenti del
Movimento 5 Stelle, che alla fine a votato contro, e alla ferma opposizione
della Lega Nord».
Su questo tema c’è stato uno scontro
con i deputati di M5S e Lega?
«Il Decreto Lavoro prevede
giustamente un maggiore impegno di risorse per le regioni del Sud (Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia) trattandosi
di fondi strutturali del vecchia programmazione 2007/2013 rivolte alle aree
obiettivo 1, misure ed azioni straordinarie per contrastare la disoccupazione e
rafforzare la coesione sociale nel paese, ed avendo come fine quello
di ridurre il divario Nord-Sud. Non si capiscono, pertanto, le
perplessità del Movimento 5 Stelle e le reazioni polemiche da
parte dei deputati della Lega Nord, ormai fermi nell’idea che qualsiasi
provvedimento riguardante i giovani e le regioni del Sud possa essere la solita
ricetta assistenzialistica per il Mezzogiorno. In realtà, il decreto introduce
in via sperimentale, pur con le limitate risorse, strumenti innovativi,
riconoscendo incentivi per le imprese in caso di assunzione di giovani
svantaggiati. Inoltre, viene riaffermata la centralità del modello del lavoro
subordinato a tempo indeterminato, che deve essere la condizione ricorrente per
l’accesso agli aiuti. Con la Lega c’è stata anche un’altra polemica riguardante
presunti finanziamenti per il terremoto del Belice. L’emendamento di 10 milioni
di euro proposto dal senatore Marinello, in sede di conversione del Decreto
Lavoro, serve per bonificare la Valle del Belice dall’amianto. L’Eternit messo
nella baracche dallo Stato nel 1968 è rimasto a copertura di numerose strutture
tutt’oggi esistenti in 21 comuni compresi tra le province di Palermo, Agrigento
e Trapani. Alla camera mi sono battuto per mantenere il finanziamento ed ora, finalmente,
si potrà sanare definitivamente questa vergogna di Stato.
La questione dell’Imu sulla prima
casa e quella degli F35 è sintomatica di una diversità di vedute, non solo tra
maggioranza e opposizione.
«Ai fini della tassazione Imu, ho
proposto con un ordine del giorno, che è stato approvato, che prevede di
assimilare all’abitazione principale anche gli immobili concessi in uso
gratuito ai figli o ai genitori. Si tratta di una forma di agevolazione per i
genitori che, soprattutto al sud, hanno fabbricato anche la casa per i figli.
Ai fini dell’imposizione ritengo che possa essere equo muoversi su un doppio
binario di calcolo, tenendo conto da un lato delle agevolazioni da concedere
per la prima casa, dall’altro della capacità contributiva delle singole
famiglie, utilizzando anche i parametri Isee, che consentono di valutare la
reale capacità contributiva delle diverse fasce di popolazione. Ad esempio
alzare la franchigia dagli attuali 200 a 500 euro e stabilire un tetto minimo
di 15mila euro di reddito Isee. E’ da escludere l’esenzione totale per
tutte le case, sia perché non vi sono le risorse disponibili (4mld di euro), ma
soprattutto perché non risponderebbe ad un parametro di equità.
Sugli F35 la vicenda è più
complessa, ma è chiaro che il momento di crisi che stiamo attraversando ci
impone di mettere in campo tutte le risorse necessarie per attuare una politica
seria che vada verso il disarmo, spostando le maggiori risorse per il lavoro e
il sociale. Intanto abbiamo bloccato il programma di acquisto, per procedere ad
una approfondita analisi della vicenda. Ho detto che, fermo restando che
occorre tener conto degli accordi internazionali e delle politiche di difesa
comune, dobbiamo prendere atto che gli italiani ci chiedono di fare delle scelte
di responsabilità che vadano verso il disarmo e il risparmio. In tal
senso occorre trovare una linea condivisibile in Parlamento non solo dalla
maggioranza che sostiene il Governo».
Ciò è valido anche per la legge
elettorale?
E’ chiaro che non possiamo tornare a
votare con questa legge. Con le primarie il Pd ha ovviato a questa distorsione,
ma occorre dare la possibilità agli elettori di scegliere candidati e una
maggioranza sicura nelle due camere. Il bicameralismo perfetto va
superato ed il Senato dovrà essere la camera delle regioni. Si
snellirebbe così l’iter legislativo, eliminando un grande dispendio di tempo.
La riforma costituzionale dovrà, inoltre, prevedere di ridurre il
numero dei parlamentari.
Come andrà a finire il
congresso del Pd?
Il prossimo dovrà essere un
congresso aperto per coinvolgere ampiamente di iscritti, i simpatizzanti del
nostro partito e i cittadini italiani. Le date sono state già stabilite. Salvo
eventi straordinari, la data dovrebbe essere quella del 24 novembre.
Da: Misilmeri News
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